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il bi e il ba

Non giustificheranno i gulag, ma i manuali sono ancora pieni di ritornelli ideologici

Guido Vitiello

Atzeni, Bassani e Lottieri hanno scritto “A scuola di declino” per mettere sotto lente i libri scolastici di alcune materie chiave. Che sono terribilmente monotoni nell’inculcare ai poveri ragazzi italiani che il “neoliberismo” è la sorgente di tutti i mali

Ho preso la licenza media nel 1989, qualche mese prima del crollo del Muro, e ancora ricordo il paragrafo che il mio manuale di storia dedicava ai gulag: diceva che erano stati una brutta cosa, sì, ma che non bisognava dimenticare che erano una pagina tragica in una grande storia di emancipazione. Insomma, la vecchia idea del comunismo come buona idea applicata male, e non come cattiva idea applicata benissimo, o quanto nell’unico modo possibile tra gli umani. Da allora, non avendo figli, non so cosa è successo nei manuali scolastici – ricordo solo la tragicomica richiesta di una commissione parlamentare sui libri di storia, negli anni berlusconiani – ma per fortuna è uscito un pamphlet che fa al caso mio. Lo hanno scritto tre professori – Atzeni, Bassani e Lottieri, il primo in un liceo scientifico, gli altri due all’università – e si intitola “A scuola di declino” (Liberilibri). Gli autori hanno messo sotto lente i manuali di alcune materie chiave (storia, geografia, filosofia e diritto) adottati dal 1989 in poi nelle scuole medie inferiori e superiori, e hanno constatato che certe idee sopravvivono come spettri al loro funerale storico. Non che i manuali di oggi vagheggino (salvo eccezioni) paradisi socialisti; ma sono terribilmente monotoni nell’inculcare ai poveri ragazzi italiani che il “neoliberismo” è la sorgente di tutti i mali – guerre, povertà, catastrofi ecologiche – e che lo Stato è l’unico argine a questa potenza scatenata. Un ritornello ideologico che spiega, almeno in parte, la nostra pluridecennale decadenza. Per questo i tre autori esortano chi ama la libertà a scrivere, scrivere, scrivere per fermare il declino.