il bi e il ba
Sulla destra meloniana, Galli Della Loggia dice cose verissime e falsissime insieme
L'editorialista del Corriere sostiene che le classi dirigenti non le creano dall'alto i governi. Verissimo, ma almeno non dovrebbero distruggerle sistematicamente. Metterle insieme è un processo storico di lunga durata, ma qui si fanno passi indietro
Sostiene Galli Della Loggia, a proposito della lacuna più vistosa della destra meloniana, che le classi dirigenti non le creano dall’alto i governi. Verissimo, ma almeno non dovrebbero distruggerle metodicamente o farle scappare, com’è accaduto in Italia (il berlusconismo nascente era riuscito a reclutare nomi di tutto rispetto, poi si è visto com’è andata). Sostiene Galli Della Loggia che la creazione di una classe dirigente è un processo storico e sociale di lunga durata. Verissimo, ma sono passati trent’anni, non tre giorni, e in questi trent’anni il processo non solo non ha fatto mezzo passo avanti, è tornato vistosamente indietro: se le classi dirigenti nascono da frequentazioni comuni, come dice l’editorialista del Corriere, forse per promuoverne la formazione sarebbe il caso di mettere alla porta gli infrequentabili, i putiniani e i vannacciani e i freaks, e metter su compagnie in cui i liberali e i conservatori non si vergognino di metter piede. Sostiene Galli Della Loggia che l’incessante evocazione del fascismo da parte delle opposizioni non aiuta questo delicato processo. Verissimo, ma è appena il caso di ricordare che Gianfranco Fini provò davvero a mettere in soffitta i busti del Duce, e la soffitta gli crollò sulla testa, cosicché oggi si sentono cose che pochi anni fa sarebbero state impensabili. Sostiene Galli Della Loggia tutte cose verissime, che però se ci si sposta di un passo diventano falsissime: basta distogliere lo sguardo dagli strascichi della famigerata egemonia, che è venuta a noia a tutti, e dedicarsi a osservare ciò che è stato fatto per cambiare la situazione. Oltre a lamentarsene e a bofonchiare, intendo.