il bi e il ba
Cos'è la finestra di Overton, tanto popolare oggi che non spiega più niente
Anche detta finestra del discorso, inquadra la gamma delle idee politiche accettabili in un dato periodo dal grosso della popolazione. Il problema è che oggi quelli di destra dicono si sia spostata a sinistra, e viceversa
Vivo un paradosso architettonico. Il mio amico di sinistra mi assicura che negli ultimi anni la finestra di Overton si è spostata a destra. Il mio amico di destra è altrettanto convinto che la finestra di Overton si sia spostata a sinistra. Io, che sono ben disposto e voglio fidarmi di entrambi, faccio due calcoli e punto a colpo sicuro verso il centro, dove sono certo di trovare un posticino per affacciarmi e dialogare con entrambi. Invece vado a incocciare contro il muro. E allora lancio imprecazioni contro Overton, e minaccio di denunciarlo all’ordine degli architetti. Dov’è l’errore? Per chi non lo sapesse la finestra di Overton, anche detta finestra del discorso, inquadra la gamma delle idee politiche accettabili in un dato periodo dal grosso della popolazione. È una formula diventata popolare proprio adesso che rischia di non spiegare più niente. La finestra presuppone infatti una casa comune. Per decenni, l’approssimazione più concreta di questo concetto teorico è stata la televisione generalista: quando un’idea era accolta in quel riquadro, la si poteva considerare accettabile. Il problema è che ormai quella casa cade a pezzi, e ognuno guarda il mondo dal suo scompartimento mediatico. Non c’è più una finestra, ma solo finestrini. Il mio amico di destra dice ormai con naturalezza cose che sarebbero state impensabili fino a pochi anni fa; ma lo stesso, a ben vedere, fa il mio amico di sinistra. Sono come due treni che corrono su binari paralleli; e ciascuno, guardando dal suo finestrino di Overton, è convinto che a muoversi sia stato l’altro.