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il bi e il ba

Trump in America porterebbe una stagione di vandalismo, qui da noi di distruzione

Guido Vitiello

Il tycoon è indubbiamente un lupo cattivo, ma le istituzioni statunitensi sono la casa di mattoni, quindi il porcellino della democrazia lì non corre rischi irrimediabili. Ma una sua vittoria sarebbe un “tana libera tutti” per i nostri lupi europei

Telegraficamente, i tre motivi per cui mi auguro la vittoria di Kamala Harris alle elezioni presidenziali, oltre a quelli più ovvi (Trump ha mostrato di disprezzare le basi della democrazia americana, e tanto dovrebbe bastare a preferirgli chiunque altro). Primo, Trump è un veleno per cui non abbiamo ancora trovato l’antidoto in nessun paese del mondo, un virus replicante in attesa di vaccino, e Dio sa quanto ci sarebbero indispensabili altri anni di ricerca in laboratorio; al contrario, conosciamo bene i metodi e gli argomenti per disinnescare i tratti illiberali della sinistra americana e dei suoi scimmiottatori qui in provincia. Secondo, anche se Trump è il nemico giurato della sinistra illiberale di cui sopra, non è in nessun modo utile a sconfiggerla, sia perché è ben dimostrato che la sua presenza serve solo a rinfocolarla e ad esasperarla, sia perché se c’è una sede in cui una certa dose di correttezza politica è non solo tollerabile ma addirittura doverosa questa è proprio la Casa Bianca, che non dovrebbe aizzare inutilmente i cittadini gli uni contro gli altri: le guerre culturali si combattono più efficacemente altrove. Terzo, Trump è indubbiamente un lupo cattivo, ma le istituzioni statunitensi sono la casa di mattoni, quindi il porcellino della democrazia lì non corre rischi irrimediabili, solo una stagione di vandalismo; il problema è che una sua vittoria sarebbe un “tana libera tutti” per i nostri lupi europei, che compiono le loro razzìe in capanne fatte di legno o addirittura di paglia, come quella in cui sono accampati gli italiani. Stop.

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