Ansa

il bi e il ba

Musk che si fa vedere ovunque rompe la formula della rabbia e dell'algoritmo

Guido Vitiello

L’esplosione populista aveva nel duo Grillo-Casaleggio il suo archetipo: sulla scena, un demagogo esagitato; dietro le quinte, un algido informatico che ingegnerizza il consenso. Ora il cappello di Musk e la sua pancia all'aria sono più iconici dei capelli arancioni

Nel marzo del 2022, poche settimane dopo l’invasione russa, Elon Musk sfidò Vladimir Putin a un duello di arti marziali che aveva l’Ucraina come posta in palio. Evidentemente, l’uomo che un documentario di alcuni anni fa ha battezzato “the real life Iron Man” è convinto di vivere in un film della Marvel. O forse ci viviamo anche noi, solo che non ce ne eravamo accorti. L’esplosione populista del decennio scorso ci aveva abituati a un modello drammaturgico ricorrente, che aveva nel duo Grillo-Casaleggio il suo archetipo. Sulla scena, un demagogo esagitato con l’estro del buffone; dietro le quinte, o nella cabina di regia, un algido informatico che ingegnerizza il consenso. O anche, per dirla con Giuliano Da Empoli: la rabbia e l’algoritmo. È vero, prima delle elezioni del 2013 Casaleggio aveva debuttato sul palco come comiziante, ma le sue furono incursioni estemporanee, dopo le quali si rintanò nell’ombra a tirare i fili. Musk, al contrario, è dappertutto, il suo cappellino Maga e la sua pancia all’aria sono ormai più iconici dei capelli arancioni del compare. È una situazione inedita. Esattamente quattro anni fa, quando Trump dopo la sconfitta si era aggrappato come King Kong alla cupola del Campidoglio e Twitter gli aveva sospeso l’account, immaginai che tutto questo preludesse a un sequel simile a King Kong – Il gigante della foresta, un film giapponese del 1967 in cui la grande scimmia lotta contro il suo clone robotico Mechanikong: in altre parole, Trump contro la Silicon Valley. Chi lo avrebbe mai detto che King Kong e Mechanikong avrebbero combattuto fianco a fianco?

Di più su questi argomenti: