il bi e il ba
I Simpson e la fiction che non è magistra di niente, quando si tratta di giustizia
In una celebre puntata, Homer viene ingiustamente accusato di aver molestato una baby sitter. Contro di lui si sguinzaglia il circo mediatico, cosa che non gli impedisce, una volta scagionato, di additare a sua volta l'ennesimo malcapitato
Non ho ancora visto Giurato numero 2 di Clint Eastwood. In compenso ho visto La parola ai giurati di Sidney Lumet e diversi suoi rifacimenti, incluso quello russo di Nikita Michalkov. E ho visto i telefilm di Perry Mason, l’avvocato che impiega il meglio della sua arte nel riscattare persone ingiustamente accusate (Enzo Tortora propose per scherzo di proibirne la trasmissione in Italia: a suo dire davano un’immagine illusoria di come funziona la giustizia). Ricordo anche che il creatore di Perry Mason, Erle Stanley Gardner, a metà degli anni Quaranta fondò la Court of Last Resort, un’associazione di scienziati, giuristi, giornalisti e detective per patrocinare le vittime di errori giudiziari. Insomma, correggere una falsa accusa fa parte del codice genetico del giallo, il genere più popolare della nostra epoca. Eppure tutto questo è inutile: quando ci troviamo davanti a un caso reale, diventiamo più o meno come Homer Simpson. In un episodio giustamente celebre, Homer è accusato di aver molestato una baby sitter; è del tutto innocente, ma contro di lui sono sguinzagliate le belve del media circus. Lo intervistano in tv, ma è un programma true crime montato ad arte per farlo passare per un maniaco sessuale. Quando ha ormai perduto ogni speranza e vive rinchiuso in casa per paura di essere linciato, il giardiniere della scuola, che è anche videoamatore, tira fuori la prova che lo scagiona: ha ripreso di nascosto la scena tra Homer e la baby sitter. L’incubo è finito. Ma la puntata successiva della trasmissione true crime a chi è dedicata? Al nuovo mostro: il giardiniere guardone. Homer dovrebbe aver capito il meccanismo, dopo tutto si tratta dell’uomo che lo ha scagionato, e invece niente: “Quell’uomo è malato! Ascolta quella musica, lui è diabolico!”. La fiction non è magistra di niente che ci riguardi.