Ansa

il bi e il ba

Se passa la separazione delle carriere dei magistrati, cambiamo il dress code

Guido Vitiello

Al solo giudice dovremo lasciare la toga nera arbitrale. Accusa e difesa dovranno scegliere i loro colori in base al derby del foro di appartenenza: toghe giallorosse e biancocelesti a Roma, toghe rossonere e neroazzurre a Milano

Leggo sul Dubbio un “elogio della toga” a firma di Antonella Trentini, presidente dell’Unione nazionale avvocati enti pubblici. Che gli avvocati la indossino sempre in tribunale, esorta Trentini, non già per l’obbligo (con relative sanzioni disciplinari) imposto da un regio decreto ma per orgoglio, specie in un’epoca in cui la professione è così mortificata. Guai se la tolleranza per un dress code informale, imposta dalle tribolazioni della pandemia, si trascinasse troppo oltre la fine dell’emergenza sanitaria. In un rito – in qualunque rito – i paramenti sono essenziali, e non è possibile trattarli alla stregua di orpelli. Il grande Dante Troisi, nel Diario di un giudice, sognava di fare indossare la toga nera anche all’imputato: “Con la toga, forse, egli, colpevole o innocente, si vedrà simile a chi lo giudica e lo difende”. Vale anche l’inverso, immagino: il magistrato che veda l’imputato nelle sue stesse vesti si ricorderà più facilmente che sta giudicando un suo pari. Tutto questo mi suggerisce una proposta semiseria, o diciamo pure una scemenza non priva di metodo. L’abito fa il monaco, a dispetto di un proverbio bugiardo, e se l’identità dell’abito può ispirare un senso di comunanza tra i monaci, se ne deduce per la proprietà simmetrica che una marcata differenza nel guardaroba farà percepire con più nettezza i diversi ruoli. Ebbene, quando finalmente separeremo le carriere, occorrerà suggellare anche sul piano estetico questo passaggio storico, e fare di tutto, almeno nei primi anni, perché ci si scordi di una lunghissima stagione di promiscuità. Al solo giudice dovremo lasciare la toga nera arbitrale. Accusa e difesa dovranno scegliere i loro colori in base al derby del foro di appartenenza: toghe giallorosse e biancocelesti a Roma, toghe rossonere e neroazzurre a Milano. Così facendo, mi piace immaginare, lo spirito del processo accusatorio scenderà istantaneamente nei cuori di sessanta milioni di italiani.

Di più su questi argomenti: