il bi e il ba
L'insegna della nostra epoca è: “Perché no?”
Ogni giorno qualche leader mondiale lancia una sonda, dice o fa qualcosa che fino a un momento prima era considerato indicibile, soprattutto per vedere se ne seguono sfracelli irreversibili. E il bello è che il più delle volte non ne segue un bel nulla, almeno in apparenza
Viviamo tempi sperimentali. L’insegna della nostra epoca, come scrisse Villiers de l’Isle-Adam in un romanzo profetico di fine Ottocento, è: “Perché no?”. E sono tempi di esperimenti su vastissima scala, che hanno per materia più o meno vile intere popolazioni. Questa mi sembra la principale analogia con il mondo di cent’anni fa. Allora gli esperimenti si chiamarono guerre mondiali e totalitarismi; nell’imminente futuro è facile prevedere che avranno nomi e protocolli molto diversi. Dopo Auschwitz e Hiroshima sentimmo il dovere di chiudere i laboratori più avanguardistici (sopravvissero i prodotti malformati dell’esperimento comunista), ma da qualche lustro ci siamo fatti meno pavidi, e abbiamo riguadagnato la spregiudicatezza degli incoscienti. Perché no? Ogni giorno qualche leader mondiale lancia una sonda, dice o fa qualcosa che fino a un momento prima era considerato indicibile, per vedere di nascosto l’effetto che fa, e soprattutto per vedere se ne seguono sfracelli irreversibili. E il bello è che il più delle volte non ne segue un bel nulla, almeno in apparenza: o meglio, succedono troppe cose, tutte iperboliche, e quando l’iperbole diventa routine la nostra percezione mette su una corazza d’insensibilità che è quasi impossibile penetrare. E’ il contesto ideale per gli sperimentatori. Dopo la Shoah in miniatura del 7 ottobre, che sembrava difficile da spiegare con la comune razionalità strategica, diversi commentatori autorevoli scrissero: lo hanno fatto perché potevano farlo. Mi si gelò il sangue, perché una frase simile l’avevo già sentita molti anni prima, per bocca dello storico Raul Hilberg. Diceva che la Soluzione finale fu un gigantesco esperimento nel quale i burocrati divennero inventori. E perché lo fecero? La risposta, un po’ tautologica, suonava pressappoco così: perché potevano farlo. O anche: perché no?