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Il bi e il ba

Le “frasi forti” sulle magliette delle toghe contro la separazione delle carriere

Guido Vitiello

L'imperdibile proposta arriva dal membro dell'Anm Stefano Celli: all'inaugurazione dell’anno giudiziario i magistrati si toglieranno la giacca per mostrare al ministro Nordio una “frase forte”, rivolta alla politica e all'opinione pubblica

Questa proprio non posso perdermela. Il magistrato Stefano Celli, componente del comitato direttivo centrale dell’Anm, ha lanciato l’idea di una protesta fantasiosa contro la riforma Nordio, da sperimentare per la prima volta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Indossiamo tutti magliette con una frase forte, qualcosa che spieghi alla politica e all’opinione pubblica le ragioni per non separare le carriere”. Poi, appena il ministro prende la parola, i magistrati – oplà – si tolgono la giacca e svelano il loro motto. Non lo nego, rispetto alle solite doglianze catastrofiste che accompagnano tutti i tentativi di riforma questo strip-tease mi stuzzica, e per inciso “Sotto la toga niente” sarebbe un buon titolo per un legal thriller erotico.

Però fatico a immaginare queste “frasi forti” che dovrebbero illustrare lampantemente ed icasticamente alle plebi le ragioni del no. “Una carriera per due”? “Più cultura della giurisdizione per tutti”? “United we stand, divided we fall”? “Ciò che la Costituzione ha unito l’uomo non sciolga”? “Attenti a quei P2”? “In tutto il mondo sono separate, ma Italians do it better”? “La terzietà ci fa male lo sai”? No, non c’è modo di far passare il messaggio. In compenso, suggerisco al ministro Nordio una contromossa spiazzante. Sul più bello, si tolga anche lui la giacca. Sotto però non avrà uno slogan, soltanto un’immagine: un pubblico ministero e un giudice che si baciano appassionatamente. Sarebbe, oltretutto, un omaggio alla memoria di Oliviero Toscani.