il bi e il ba
La "sindrome di San Giorgio" al contrario sulla separazione delle carriere
Ipotizziamo un cavaliere che abbia dedicato tutta la vita alla ricerca del mostro e all'ultimo si tiri indietro. Così sono quei garantisti che auspicano la riforma della magistratura dall'88 e ora esitano, perché la meta è portata in dono dai riformatori sbagliati
Kenneth Minogue l’ha battezzata “sindrome di San Giorgio in pensione”, ma potremmo anche chiamarla depressione post-drago. Dopo che hai infilzato con la lancia il leggendario mostro, la vita ti pare vuota e insensata, tanto che per riguadagnare lo slancio devi inventarti una nuova avventura, a costo di dare la caccia a bestie immaginarie. Non dimentichiamo però che nella Legenda aurea il santo s’imbatte nel drago per caso, e lo fa fuori in quattro e quattr’otto. Ipotizziamo invece un cavaliere che abbia dedicato tutta la vita alla ricerca del mostro. Un giorno, quando è ormai vecchio e quasi non ci spera più, se lo trova sul cammino e ha l’occasione di ucciderlo. Cosa farà? Forse, presentendo che quell’atto sarà il compimento di una lunghissima battaglia e dunque anche la fine di una spinta che dava senso ai suoi giorni, si spaventerà e lo lascerà fuggire. E’ la depressione pre-drago. L’apologo si presta a una lettura politica. Un esempio recente: il referendum costituzionale del 2016 era la ricapitolazione di alcuni decenni di proposte della cosiddetta sinistra riformista; eppure, al dunque, tanti esponenti di quel mondo si defilarono, per poi magari riprendere a scrivere editoriali sulle disfunzioni del bicameralismo perfetto. Non vorrei che succedesse qualcosa di simile per la separazione delle carriere. Leggo, in questi ultimi giorni, di amici garantisti che si sono improvvisamente intiepiditi: dicono che la riforma arriva tardi, in un contesto tutto cambiato, e che è portata in dono dai riformatori sbagliati, tra i quali ci sono senz’altro personaggi con mire autoritarie. Per carità, le ragioni politiche dei perplessi sono comprensibili oggi come nel 2016; ma sospetto che dietro ci sia anche una forma di tristezza nel vedere raggiunta una meta sognata e perseguita dal lontano 1988. Amici della compagnia di San Giorgio, il momento di trafiggere il drago è ora, e guai a noi se esitassimo. Dopo, in pensione, avremo tutto il tempo per deprimerci.