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Ansa
il bi e il ba
Diffidate delle diagnosi epocali, del presente non ci stiamo capendo niente
L’invenzione della stampa in Europa alla metà del Quattrocento: quanti, in quegli anni, avevano capito fino in fondo il senso, la portata e le implicazioni di quel terremoto? Nessuno. Lo stesso vale con le nuove tecnologie
Hanno tutti torto. Tutte le idee sul grande casino in cui si è infilato il mondo, a partire dalle mie, sono sbagliate. Ne faccio una questione di metodo. E ora proverò a dare dimostrazione di questa mia certezza così adamantina – e lo farò, badate, con idee anch’esse tutte sbagliate. Da vecchio mcluhaniano, penso che nulla possa stravolgere l’assetto profondo di una società quanto l’avvicendarsi dei media per mezzo dei quali comunica. Ogni volta è una gigantesca catastrofe antropologica. I cambiamenti in atto, gli strani oggetti non identificati che prendono forma sotto i nostri occhi, non sono meno rivoluzionari di quelli che seguirono l’invenzione della stampa in Europa, alla metà del Quattrocento. Quanti, in quegli anni, avevano capito fino in fondo il senso, la portata e le implicazioni di quel terremoto? Ve lo dico io: nessuno. Internet nasce convenzionalmente nel 1991, l’esplosione dei social network avviene intorno al 2008: praticamente l’altro ieri, con il metro dei tempi storici. Siamo tutti presi nel vortice, e nessuno può capirci niente. Non capiscono quelli che sono spaventati dalle nuove tigri, ma non capiscono neppure quelli che si mostrano abili nel cavalcarle. E rassegniamoci, sarà così ancora per decenni, a meno che l’intelligenza artificiale non lo capisca al posto nostro. Perciò, dubitate di tutte le etichette premature, di tutte le diagnosi epocali, di tutti i conferenzieri strapagati che vi illustrano con le loro diapositive la rotta di una nave di cui sono passeggeri, sballottati qua e là come tutti gli altri. I posteri senza dubbio rideranno della loro sicumera. Intendiamoci: è inevitabile, necessario, forse perfino nobile provare a decifrare il ciclone che ci trascina. Basta sapere che hanno tutti torto.