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Il Bi e il Ba

Trump (di nuovo) come Joker contro i "comici modesti"

Guido Vitiello

E come se non bastasse, il presidente non accetta di esser ripagato con la stessa moneta: risposte a tono da parte di Zelensky saranno duramente punite, avverte J.D. Vance

C’è un vecchio fumetto di Batman (A Hairpin, a Hoe, a Hacksaw, a Hole In the Ground 1949) in cui Joker, infastidito dal successo radiofonico e televisivo di comici che considera mediocri (“Ridono di un dilettante! Ha-ha! Gli darò io una bella lezione sulle risate!”), elabora il suo piano di vendetta: “Diventerò il comico più famoso e più ricco del paese, oltre che la star della malavita”. È una storia importante, perché è qui che Joker intravede la sua vera vocazione: non sarà più un comune gangster in costume da buffone, ma un comico disposto a mettere tutto, anche il crimine, al servizio della risata. Non ho potuto fare a meno di ripensarci, l’altro ieri, davanti alla tirata di Donald Trump su X contro Volodymyr Zelensky, una lista di improperi ignobili che aveva in cima lo stesso insulto lanciato da Joker al suo rivale radiofonico: a modestly successful comedian. Zelensky – nato comico, ma costretto dalle circostanze a diventare una delle figure nobili e tragiche del nostro tempo – avrebbe potuto rispondergli a tono, ma il pretoriano J.D. Vance è subito intervenuto a difesa del capo con un avvertimento obliquo: guai se Zelensky si azzarda a sparlare di Trump, pagherà caro il suo badmouthing. Lo schema di gioco è chiaro: la corrente dello scherno e del sarcasmo deve seguire una sola direzione, dalla Casa Bianca al resto del mondo. Chi tenta di invertire il corso delle risate è minacciato di ritorsioni. Nel fumetto, Joker rideva così forte che le vibrazioni staccavano dal muro una gigantesca maschera della commedia, che lo travolgeva: schiacchiato dai suoi stessi sghignazzi. Raramente la realtà offre di questi contrappassi. 

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