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Il Bi e il Ba
Il diniego è un meccanismo di difesa. Ed è materia da psicanalisi
Spesso lo si utilizza per ignorare l'esistenza del nemico, le sue dimensioni e la sua pericolosità. Ad esempio, per non ammettere che se la Russia volesse la pace, potrebbe semplicemente mettere fine all'invasione
Io dico che è materia da psicoanalisi. Nella fattispecie è all’opera – non solo presso le opinioni pubbliche occidentali, ma anche presso una parte dei loro ceti dirigenti – quel meccanismo di difesa chiamato “diniego”. C’è come una zona cieca che impedisce a molti di percepire la presenza del nemico e di riconoscere la sua pericolosità. E il bello è che questa zona cieca – ossia questo rifiuto di guardare la realtà – è spesso invocata in nome del “realismo”. Si fanno ragionamenti geopolitici lambiccatissimi per evitare di dire cose semplici, come quella che ha detto ieri Pete Buttigieg, uno dei democratici americani più raziocinanti: “Se la Russia vuole la pace, dovrebbe mettere fine all’invasione”. Così semplice che sembra banale, e dunque viene scartata con una smorfia di degnazione dai professionisti del complessismo. In un talk show italiano gli avrebbero riso in faccia, o gli avrebbero indirizzato un ghigno sarcastico. Allo stesso modo, nei cortei pacifisti per Gaza abbiamo sentito prospettare gli scenari più irrealistici, ma nessuno che abbia lanciato campagne d’opinione per la via più diretta alla pace: la resa di Hamas e il rilascio degli ostaggi. Riservo a un’altra seduta di psicoanalisi l’invocazione selettiva dei rapporti di forza (quelli che ti dicono che Zelensky dovrebbe capitolare perché realisticamente non può vincere la guerra sono di solito gli stessi che incitano i palestinesi a non arrendersi “fino alla vittoria”, ma vabbè), e torno ai miei pazienti di oggi. Di solito negano ostinatamente che il loro sia un diniego. Poi però, se sei stato abile nel vincere le loro resistenze, a fine seduta ti diranno, messi alle strette: facciamo pressione su Zelensky perché con Putin è impossibile ragionare, chiediamo a Israele di fermarsi perché quelli di Hamas sono dei pazzi fanatici. E sia. Ma allora perché si aspettano che gli ucraini e gli israeliani – i quali non possono permettersi il lusso psicoanalitico del diniego – si fidino di nemici di cui loro stessi danno per scontata la totale inaffidabilità? Io dico che è materia da psicoanalisi.

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