
LaPresse
Il Bi e il Ba
Tutti gli elementi del putinismo rimandano a Stalin
Due opere di sovietologi eminenti, Thierry Wolton e Françoise Thom, avvalorano la tesi per cui gli attuali equivoci sul putinismo nascono dall'archiviazione del settantennio comunista
Quando si tratta di capire Putin, io mi fido solo dei sovietologi e degli esperti di comunismo. Ma poiché le mie stelle polari più vicine – Vittorio Strada, Viktor Zaslavsky, Enzo Bettiza, Luciano Pellicani – si sono spente una dopo l’altra, ho cominciato a scrutare cieli un po’ più lontani, quelli della Francia, patria di sovietologi eminenti. Tra i libri in cui sono incappato di recente, ce ne sono due che raccomando ai lettori così come agli editori italiani in ascolto, metti caso volessero tradurli: Le retour des temps barbares di Thierry Wolton, pubblicato l’anno scorso da Grasset, e soprattutto Poutine ou l’obsession de la puissance di Françoise Thom, edito da Litos nel 2022. La mia convinzione che gli equivoci attuali nascano dalla frettolosa e disonesta archiviazione, se non proprio rimozione, del settantennio comunista ne è emersa corroborata.
Ci sarà tempo e occasione di condividere qui qualche nota di lettura. Per il momento, mi limito a menzionare un dato che traspare vivacemente da entrambi i libri: non c’è un solo elemento del putinismo – la mentalità, l’arte del governo, le tecniche militari, l’uso dell’informazione – che non trovi, per così dire, la sua radice etimologica nello stalinismo e soprattutto nella polizia politica e nei servizi segreti sovietici, un po’ come se una Germania orfana di Hitler fosse retta dalle SS, dall’Abwehr e dalla Gestapo. Ma se Stalin ancorava le sue paranoie private alla paranoia pubblica dell’ideologia, fondata sul fantasma dell’accerchiamento imperialistico, Putin la lascia fluttuare tre le più deliranti teorie del complotto. Una paranoia fluida e camaleontica che lo rende ideologicamente inafferrabile, e che lo accomuna ai milioni di russi orfani del marxismo-leninismo. In questo – e sfortunatamente non solo in questo – Putin e Trump non solo si piacciono, si somigliano: il che è più grave.