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Il Bi e il Ba
La politica americana è entrata nella sua fase anale
Il maschio dominante Trump ostende le natiche in segno di sfida, per proteggere l'onore della sua mascolinità assediata. Anche se non si capisce da chi
Giorni fa il Bi e il Ba vi ha parlato dell’ossessione dei propagandisti putiniani per la sodomizzazione come metafora della supremazia imperiale russa. Nemmeno il tempo di abituarsi a quel truce immaginario dell’inchiappettamento atomico che anche la politica americana è entrata nella sua fase anale. E’ tutto molto deprimente. Quando il drammaturgo Harold Pinter disse, più di trent’anni fa, che la politica estera statunitense si può riassumere nello slogan “baciami il culo o ti spacco la testa”, a noi innamorati dell’America sembrò intollerabilmente grossolano, e con buone ragioni; per questo ci sentiamo doppiamente buggerati (e anche questa è metafora della stessa origine) quando è un presidente americano a usare le precise parole di Pinter, kiss my ass. Ma siccome la saggezza impone di capire, prima di ridere o di piangere, ho ripreso in mano un libro di Jerome Neu sulla filosofia dell’insulto, Sticks and stones (Oxford University Press, 2008), che contiene un intero capitolo intitolato “Assalti dalle retrovie”.
A quanto pare gli umani hanno capovolto il linguaggio con cui molte scimmie esprimono le relazioni gerarchiche: “Per ogni babbuino che mostra le natiche in segno di sottomissione, c’è un adolescente americano che le dimena in segno di sfida. Dire ‘Baciami il culo’ (ciò che Freud nel saggio Carattere ed erotismo anale descrive delicatamente come ‘un invito a una carezza della zona anale’) è, ed è stato fin dall’antichità, un’espressione di sfida”. Dunque, in una colonia di umani che credevamo civilizzati, il maschio dominante Trump ostende le chiappe per umiliare il mondo intero. E’ un gesto per proteggere l’onore, inteso come “difesa di una mascolinità assediata”. Già, ma da chi o da che cosa si sente assediata? O meglio, nelle parole di Neu: “È la lotta per l’onore che si esprime come paura di occupare la posizione femminile, o è quella paura che porta alla lotta per l’onore?”. Sul tema ho una mia piccola e spericolatissima congettura psicopolitica; ma ve la dico la settimana prossima.