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Il Bi e il Ba

Mascolinità tossica vs. femminilità tossica, il conflitto psicopolitico del nostro tempo

Guido Vitiello

Molti vedono in Trump il patriarcato che vacilla. Rifacendomi allo psichiatra Ellenberger, ipotizzo che molti leader del nostro tempo non siano patriarcali, bensì ancora in una fase fallico-dionisiaca. E si scontrano con una figura materna (il wokismo) manipolatoria e minacciosa

L’uomo che si compiace al pensiero dei potenti del mondo in fila per baciargli le chiappe è lo stesso che si vantò di avere un pulsante atomico più grosso e più potente di quello del suo rivale nordcoreano. Si direbbe che nel teatro mentale di Trump va in scena il grande spettacolo del maschio assediato. E' il patriarcato che vacilla, come vuole la tesi che va per la maggiore? E' la “mascolinità fragile” di certe cattive e corrive teorie nordamericane? O forse c’è dell’altro? Vi avevo promesso una congettura psicopolitica da sfaccendato, ed eccola qui, più spericolata che mai.

In una pagina curiosa del classico La scoperta dell’inconscio (la trovate nel primo volume, quarto capitolo), lo psichiatra Henri F. Ellenberger notò una corrispondenza punto per punto tra le quattro fasi della civiltà secondo Bachofen (stadio eterico, matriarcato, dionisismo, patriarcato) e le fasi dello sviluppo sessuale secondo Freud (periodo “perverso polimorfo”, periodo pre-edipico di fusione con la madre, stadio fallico, stadio genitale adulto). Ebbene, ipotizzo che molti leader spacconi del nostro tempo – e, va da sé, molti loro sostenitori – non siano patriarcali, bensì fallico-dionisiaci, rosi dall’ansia di finire divorati da Big Mother. Con questo nomignolo orwelliano lo psicoanalista Michel Schneider battezzò la deriva terapeutico-infantilizzante presa dalle nostre istituzioni democratiche (per i curiosi, il suo libro si chiama Big Mother: Psychopathologie de la vie politique, Odile Jacob 2002). L’esibizionismo di Trump e dei suoi accoliti, la loro ininterrotta falloforia, ne è una possibile spia. Vista in questa luce, la lunga guerra simbolica intorno al politicamente corretto e all’ortopedia del linguaggio e del compotamento ci apparirà come lo scontro esistenziale tra un bambino che mostra tutto baldanzoso il pisello e una madre suadente e manipolatrice che minaccia di tenerlo eternamente in sua balìa. Mascolinità tossica contro femminilità tossica. Che sia la formula segreta del conflitto psicopolitico del nostro tempo?