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Il Bi e il Ba
Se un professore si esprime come una matricola
Le parole di Salvatore Settis, in prima pagina sulla Stampa di ieri, sembrano uscite dall'incontro casuale con uno studente dell'Accademia di Belle Arti: la guerra è orrenda, riempie le tasche degli armaioli, è una follia spendere così tanto per il riarmo. E poi la Costituzione più bella del mondo, la sanità, l'istruzione, l'ambiente, ecc.
Trovo rincuorante la generosità con cui i grandi giornali danno voce a tanta gente che non ha assolutamente nulla da dire. In fondo, è lo spirito della democrazia. Immaginate uno di quei servizi da fine telegiornale in cui un cronista e un operatore vanno in giro a raccogliere opinioni a caso, interpellando i passanti che riescono ad arpionare. Si appostano, poniamo, di fronte all’Accademia di Belle Arti, e chiedono a uno studente, a bruciapelo, che cosa ne pensa della guerra in Ucraina e dei piani di riarmo europeo.
Il malcapitato – una matricola che sa disegnare bene ma giustamente non capisce un tubo di difesa o di relazioni internazionali – cerca di improvvisare qualcosa di plausibile. Dice che la guerra è sempre orrenda, che riempie solo le tasche degli armaioli, che anche i laici dovrebbero ascoltare Papa Francesco quando invoca la pace, il dialogo e la diplomazia – insomma, le banalità gentili dal repertorio del qualunquista buono. Incalzato dall’intervistatore, il poverino aggiunge che l’Italia ripudia la guerra, sta scritto pure nella Costituzione, che del resto è la più bella del mondo; dopodiché, cogliendo al balzo l’occasione per portare il discorso su un piano che gli è un po’ più familiare, dice che è una follia spendere tutti quei soldi per le armi, e che dovremmo destinarli alle priorità indicate dalla Carta, come la tutela dell’ambiente, la diffusione dell’istruzione, la promozione della ricerca, il culto della storia e dei monumenti. L’ha sfangata. Non solo non ha fatto scena muta alla domanda sulla guerra, ci ha anche infilato un sermoncino che gli farà far bella figura a casa, dove la mamma e le zie lo guardano commosse. Ecco, ora fate conto che lo studentello sia il professor Salvatore Settis, in prima pagina sulla Stampa di ieri.