Lo spirito di Icardi e l'inclinazione di Ilicic

Ilicic non corre, cammina veloce. Non si piega, al massimo si inclina. Non sorride, scopre i denti. Dondola e sembra non voler partecipare. A tratti si nasconde, lui così alto. Eppure c’è, come nessuno nella sua squadra, perché rende utili le cose scontate. Se tira in porta, tutti lo fanno, è per far male. Se parte in dribbling è per tagliare e non cucire. Oscilla al vento senza cadere mai, e le sue braccia sembrano quelle di un albero d’autunno. Che strano tipo questo ragazzo di Slovenia, che pare tutto meno che un calciatore. Il personaggio di una favola buffa da raccontare.

La domanda è filosofica: esiste il nulla? Nel calcio esiste e si chiama Var. Il Var è nulla quando se lo dimenticano, è tutto quando, per intervento del mistero, pensano che dimenticare sia sbagliato. E allora ecco che ogni trama, anche la meno sottile, la più evidente, sacrosanta, viene rivista a bordo campo. Tutto e nulla. Per alcune settimane di campionato, le prime, ad ogni passo una sbirciata, una pausa, una cornice. Poi è tornato il silenzio, le gambe si sono fatte pesanti, le orecchie quelle dei mercanti. Il nulla esiste, qualcuno avrà pensato. Fino all’ultima giornata, quando il nulla è tornato ad essere tutto.