La primavera della Fiorentina e i complessi di Marc Márquez
Il weekend sportivo tra palle da golf in acqua, sorpassi pericolosi e rivincite viola
Balls in the water
La palla scagliata per mezzo di una leva d’acciaio guidata dalla mano del campione, atterrava sul prato liscio come un leggero pilor e poi, schiava, tornava indietro richiamata da uno specchio d’acqua. Sergio Garcia, spagnolo gentile, seguiva i fatti come se non ne fosse il protagonista principale. Vittima della routine, eseguiva meccanicamente il gesto per ben cinque volte. Colpiva, guardava, prendeva atto e ripeteva. Nessuno che lo svegliasse da quell’incubo straziante. E poi dicono che i golfisti non sono uomini soli.
Tante scuse
Quando si è presentato da Valentino per le scuse, lo hanno respinto come un venditore di aspirapolveri rotte. Márquez, senza un regalo tra le mani, non ha fatto una piega ed è fuggito via non si sa dove. Era successo che, alcuni minuti prima, avesse deciso di giocare con la vita di un uomo per imporre se stesso; con la determinazione ottusa, e per questo molto pericolosa, di chi ha un complesso. Forse per qualche sopruso nel passato, magari a scuola. Un coro di scherno o chissà, il furto della merenda sotto il banco.
La Fiorellina
E’ come una piantina sbocciata nel deserto dove non c’era acqua se non le lacrime. Con il coraggio della disperazione i compagni di Asto, come tutti lo chiamavano, hanno versato l’ultima goccia e poi deciso di tornare a vivere. Senza sapere che da quella goccia sarebbe nato qualcosa di importante. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana hanno imparato a fare ciò che avevano dimenticato: vincere. Oggi quella piantina è diventato un fiore. Potrebbero chiamarla Fiorellina, sarebbe di sicuro una bella idea.
Il Foglio sportivo - in corpore sano