Maurizio Sarri (foto LaPresse)

Così Sarri ha trasformato l'utopia in idea

Alessandro Bonan

Dopo la vittoria contro la Juventus, l'allenatore del Napoli ha smontato tutti i pregiudizi sul suo contro 

Il turista

Si guarda attorno un po’ svogliato; è solo, cammina staccato dal corteo di colleghi che seguono l’ombrello in alto. Con loro è salito sul pullman, con loro è sceso sul campo, come loro si è vestito. Poi, come sempre, ha deciso di comportarsi in solitudine. Icardi è l’asociale di Spalletti, il sacerdote che ogni week end organizza gite fuori e dentro la parrocchia. E’ in queste occasioni che il prelato si sforza di compattare la squadra, mentre l’attaccante, turista in appartato silenzio, spinge tutti i palloni nella porta vuota.

 


 

Simy…li

Il Crotone è vicino alla gigantesca impresa. Grande come il suo centravanti, che è persino più alto del suo allenatore (1,88). I due sembrano incarnare l’improbabile. Zenga da molto tempo combatte contro questo aggettivo. E’ stato un portiere bellissimo ma troppo ingombrante per diventare allenatore. Così non era. Simy è cresciuto (1,98) ai margini del calcio prima di rovesciare i giudizi dopo il gol alla Juve. Poi si è ripetuto all’Udinese. Da improbabili a salvatori. Zenga e il suo centravanti, in questo molto simili.

 


 

Sarri, era

Era la faccia nascosta dietro gli occhiali, era una sigaretta accesa. Era una tuta azzurra stazzonata e la barba incolta di chi ha dormito troppo o troppo poco. Era la frase detta con la furia di chi non si cura delle conseguenze, era lo sguardo sempre in basso. Era il mistero buffo degli appunti sul taccuino. Sarri per un sacco di tempo, ERA l’uomo perfetto a cui non credere. Fino a quando, domenica sera, ha invertito il senso delle impressioni, cambiando il peso delle cose. Trasformando il pregiudizio, l’utopia, in idea.

 

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