LaPresse/Spada

33 o 35? La disfida tra Agnelli e Tavecchio sugli scudetti della Juve

Mirko Volpi

Orbene… Quanti son?

I protagonisti:

Andrea de li Agnelli, sovrano de la Giuventute

Carlo Tavecchio, re del Giuoco del Pallone

    


    

Agnelli: Vittoria!

Tavecchio: Che accade? Qual oltraggioso strepito mi desta?

Agnelli: Triunfo con judicio!

Tavecchio: Chi mi distoglie dalle molli coltrici?

Agnelli: Giubilo contenuto!

Tavecchio: Chi al Re del Giuoco del Pallone reca noia?

Agnelli: Pacata sabauda esultanza!

Tavecchio: Chi osa il Sire della Sfera importunar?

Agnelli: Verecondo moto di gioia!

Tavecchio: Il vostro nome pronunziate, o ne pagherete il fio!

Agnelli: Agnello son, nomato Andrea.

Tavecchio: Oh de la Giuventute sovrano, e perché ve n’andate a infastidir i galantuomini come potria far un uligano, un neapolitano, un sodomitto, un negro, un saracino, un villan del Nuovo Mondo, un…

Agnelli: Apparemi chiaro lo concetto, o Sire.

Tavecchio: A me nient’affatto lo motivo di tali improvvide esultazion.

Agnelli: Ignorate forse voi che oggi è ‘l gran dì pei bianconegri color?

Tavecchio: L’anniversario della fondazion?

Agnelli: Ma no!

Tavecchio: La Lega de’ Campioni vostra fu?

Agnelli: No e no! Recito anche scaramantiche giaculatorie.

Tavecchio: Orsù, Agnello, non parlate per enimmi.

Agnelli: Non siete voi forse lo Sire dell’italica sfera?

Tavecchio: Ben il son.

Agnelli: E non sapete che l’essercito nostro il torneamento dominò?

Tavecchio: Forse qualcosa mi par di ricordar…

Agnelli: Trasecolo.

Tavecchio: Istupidisco.

Agnelli: Non me ne stupisco.

Tavecchio: Fate ch’io capisca!

Agnelli: Re Carlo, orsù, rendeteci il giusto tributo. Lo scudetto ancor vincemmo!

Tavecchio: Ah! Chi creduto l’avria?

Agnelli: Una corona di lauro e l’istoriata aurea coppa presto dateci con gran cerimonia regal.

Tavecchio: Un valletto chiamo all’uopo.

Agnelli: E rimembrate di far effigiar sulla coppa degli scudetti lo numero total.

Tavecchio: Vergo la minuta pel servitor… Orbene… Quanti son?

Agnelli: Triginta e cinque.

Tavecchio: Triginta e tre, parmi ricordar.

Agnelli: Triginta e cinque volte sul campo vittrici le nostre schiere furon.

Tavecchio: Lo volume ufficial mi canta diverse note, o Agnello ingannator.

Agnelli: Triginta e cinque.

Tavecchio: Men due.

Agnelli: Sei triunfi continuati cui si somman altri venti più una diecina meno l’un.

Tavecchio: Un Archimede, un Pitagora voi siete.

Agnelli: È la somma che fa il total.

Tavecchio: Non di Gianni, ma di Pacioli l’erede siete.

Agnelli: Non sono uom da pigliare a gabbo.

Tavecchio: Mai potria beffar lo discendente di Cardano, fors’anche di Keplero.

Agnelli: Triginta e cinque!

Tavecchio: Triginta e tre!

Agnelli: Cinque!

Tavecchio: Tre!

Agnelli: Cinque!

Tavecchio: Tombola! E più non dimandar.

Di più su questi argomenti: