Le virtù del libero commercio, i computer invisibili e Federer contro Nadal. Di cosa parlare nel weekend

Marco Alfieri

Un grande tema di dibattito spiegato bene, qualche lettura da non perdere, un video e vecchie storie che riaffiorano dal passato. Bastano pochi link per rendere speciale il fine settimana…

“Al momento è tutto incerto e confuso anche all’interno del governo di Theresa May. Se devo scommettere credo che alla fine non se ne farà nulla…” #Brexit

Michael O’Leary (mr. Ryanair)

  

Dove passano le merci

In questi tempi di muri, dazi e protezionismo, è forse impopolare dirlo ma bisogna sforzarsi di guardare i dati in una prospettiva storica. E i dati dicono che la globalizzazione e il libero commercio fanno bene, anche se inevitabilmente producono asimmetrie e, nei paesi ricchi, risentimento, populismo e rabbia anti establishment.

Per questo nella prima settimana di Donald Trump alla Casa Bianca, segnata dalla retromarcia sul “free trade”, è bene ribadirlo con forza: è sempre meglio dove passano le merci…

Tanto per cominciare né il Nafta né gli altri trattati commerciali sono la causa della distruzione della manifattura e dei posti di lavoro della “working class” Usa. Piuttosto bisogna guardare alla “disruption” tecnologica e all’automazione per avere qualche risposta più convincente.

Per questo la ritirata Usa dai grandi accordi del commercio mondiale come il TPP transpacifico, secondo Foreign Affairs è un errore clamoroso che sta commettendo il neo inquilino della Casa Bianca.

Un errore non solo economico ma più rotondamente strategico e geopolitico, perché rischia di lasciare campo libero alla Cina! Dando vita ad un grande disordine mondiale.

Non solo. E’ proprio la visione che ha The Donald del commercio internazionale ad influenzare la sua visione del mondo e i rapporti che la Casa Bianca intende costruire con grandi partner come Cina, Giappone, Messico e Germania.

Naturalmente le sanzioni possono diventare il bengodi per chi sa muoversi nelle sue pieghe, facendo un sacco di soldi. Come questo ex pescatore russo, diventato miliardario grazie alla “guerra del cibo” di questi anni tra Putin e l’Occidente…

In ogni caso non sarà facile recedere da un mondo di relazioni commerciali molto fitte, sviluppatosi in tanti anni di interscambio economico. Basta vedere questa mappa per rendersene conto:

 

Da non perdere

In Europa ci sono tantissimi soldi comunitari che fluiscono nei paesi aderenti e tantissimi progetti finanziati dall’Unione Europa. Peccato che quasi nessun cittadino se ne accorge. Perché, si domanda lo Spiegel? Cosa non funziona nel rapporto tra Bruxelles e la gente europea?

Dentro la macchina infernale dei “fake Think Tanks” che alimentano il circo potentissimo e globale delle “fake news”, nel raccontone di Wired.

Per decenni, i computer sono diventati sempre più piccoli e potenti, grazie al progresso scientifico. Cosa succederà quanto questa miniaturizzazione giocoforza si fermerà? Benvenuti nell’era dei pc invisibili…

Storia di Grant McGee, l’uomo che ha inventato la cucina molecolare, da un dottorato in letteratura a Yale con Harold Bloom ai fornelli (via Rivista Studio).

Prima Manhattan, poi Londra. Infine la vista dalle finestre degli scrittori più importanti del mondo. Matteo Pericoli racconta come raffigurare la realtà per arrivare a comprenderla.

  

Vecchie storie

Tranquilli, il pensiero economico di Donald Trump, fatto di mercantilismo e protezionismo, lo aveva già sfatato più di duecento anni fa il caro vecchio Adamo Smith!

Da quanto sentiamo dire che questa, per Roger Federer, è l’ultima chance di vincere uno Slam? Una bellissima lettura in vista della finale degli Australian Open, contro l’avversario di sempre, Rafa Nadal (via NightReview).

Post verità, Grande Fratello, Trump, hacker russi, fatti alternativi, “fake news”. Perché il libro cult di George Orwell, 1984 (scritto nel 1948), è tornato prepotentemente in testa alle classifiche di vendita.  

 

Guarda questo

Come l’inventore di Super Mario, Shigeru Miyamoto, disegna un nuovo videogioco, spiegato in pochi minuti da Vox.

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