Donald Trump (foto LaPresse)

Ombre russe, la ricchezza dell'Europa e il calcio in Corea del nord. Di cosa parlare nel weekend

Marco Alfieri

Un grande tema di dibattito spiegato bene, qualche lettura da non perdere, un video e vecchie storie che riaffiorano dal passato. Bastano pochi link per rendere speciale il fine settimana…

“Follonica, fantoccio di Renzi cade da carro di carnevale. Spinto da quello di D’Alema…”

 

Matteo Capponi


 

Compagno Trump?

 

 

C’è chi la chiama enfaticamente Russia Connection, chi la derubrica a “fake news” o comunque a legami fortemente esagerati dai media, magari a vantaggio dei democratici. Di certo le relazioni pericolose tra Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin sono al centro della scena politica da ben prima che The Donald entrasse alla Casa Bianca. Di volta in volta rinfocolate da episodi come i supposti hackeraggi pro Trump durante la campagna elettorale presidenziale, la scelta di nominare un “amico” di Mosca quale Rex Tillerson segretario di Stato o la vicenda delle dimissioni dell’ormai ex Consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, per i contatti avuti con funzionari russi durante la campagna elettorale (un punto che potrebbe non riguardare solo Flynn tanto è vero che l’Intelligence Usa sta continuando ad indagare).

 

Proviamo allora a mettere un po’ d’ordine. Per sapere cosa s’intende quando si parla di Trump-Russia connection, l’Ft ha raccolto un ottimo ed esaustivo dossier sull’argomento, spaziando dai legami di business ai risvolti geopolitici, dai personaggi chiave fino alle spacconate del magnate, lungo un arco temporale di 30 anni.

 

Anche Vox si è esercitata sul tema, isolando le tre questioni chiave della (supposta) connection: gli hackeraggi, i contatti pre elettorali di Flynn, i legami con Mosca del magnate. Nel frattempo la parola “socialista”, nell’America di Trump, sembra essersi definitivamente sdoganata…

 

In realtà la vicenda della connection si fa più sfuggente se guardiamo alla geopolitica e ai differenti valori di fondo che muovono Trump e Putin o al fatto che Mosca, in realtà, sta cominciando a preoccuparsi dell’agenda di politica estera della nuova Casa Bianca. E quindi, ad esempio, sta facendo spin sui media di Mosca perché smettano di parlare “troppo bene” della nuova amministrazione Usa. Sta dislocando nuovi missili, in violazione dei vecchi accordi con Washington sanciti alla fine della Guerra Fredda, in chiave anti NATO. E soprattutto Mosca sta perdendo considerazione nei confronti di una leadership trumpiana giudicata debole e confusionaria.

 

Vuoi vedere allora che i due paesi, e i due leader (Putin e Trump) restano distanti per strategie, interessi e scelte politiche?

 

Il nodo della questione, insomma, potrebbe essere un altro e investire direttamente la nuova frontiera della cyberwar che le democrazie, non solo gli Usa, rischiano di perdere contro paesi autoritari tipo la Russia. Senza contare che l’Intelligence Usa, lo ha rivelato il Wsj, non sta girando tutte le informazioni disponibili a Trump per paura di leaks e fughe di notizie. Questo sì, dovrebbe preoccupare tutti.

 

Nb. La cosa curiosa è che durante la campagna elettorale The Donald diceva “amo Wikileaks”; adesso dice che i leaks sono “criminali”. Come si cambia in così poco tempo…

 

Da non perdere

 

 

Può essere che il capitalismo di questi tempi non se la passi benissimo ma, per favore, non accusate per questo la globalizzazione…

 

L’intensa storia dei filippini che lavorano su una delle più grandi navi da crociera del mondo.

 

Come ha fatto l’Europa, storicamente, a diventare la porzione di mondo più ricca e sviluppata, in un bellissimo saggio di Aeon.

 

L’ossessione di avere ragione. Da Socrate alla post-verità, come imparare ad ascoltare chi non la pensa come noi, secondo Giorgio Fontana.

 

Il calcio in Corea del Nord. Com’è allenare nel Paese più controverso del mondo nelle parole del ct della nazionale maggiore, Jorn Andersen.

 

Vecchie storie

 

 

Uno degli effetti della presidenza Trump potrebbe essere la rottamazione della gloriosa e storica “special relationship” tra Washington e Londra. Un po’ di storia…

 

Lo Zeit racconta la presa di potere da parte di Adolf Hitler, che durò cinque mesi e fu vissuta con calma da molti politici tedeschi, che avevano capito tutto (via Pietro Minto).

 

Il racconto, e il ricordo di amici, famigliari e sopravvissuti alla devastante valanga di Tunnel Creek. Cinque anni dopo…

 

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Cosa succederebbe se i robot, all’improvviso, ci sostituissero nei nostri posti di lavoro, spiegato bene in questo video dell’Economist…