Leader in bilico, l'agricoltura in città e la dissidenza sovietica. Di cosa parlare nel weekend
Un grande tema di dibattito spiegato bene, qualche lettura da non perdere, un video e vecchie storie che riaffiorano dal passato. Bastano pochi link per rendere speciale il fine settimana…
“Con questa superbomba Trump ha voluto lanciare un chiaro avvertimento alla Corea del Nord. Se non la smetti distruggo l’Afghanistan…”
ElleKappa
Leader in bilico
La cinquina è piuttosto variegata. Spazia dall’Asia alla vecchia Europa, passando per il Medio Oriente e l’America Latina. Alcuni sono in carica, altri vorrebbero andarci presto. Uno di loro è perfettamente democratico, tutti gli altri incarnano un certo autoritarismo tendente alla dittatura. Sono tutti maschi. Ma il vero elemento comune è che sono leader in bilico. Alle prese con tornate elettorali decisive per il futuro loro (e spesso del paese che guidano o vorrebbero guidare), con possibili defenestrazioni (anche violente) e/o minacciosi venti di guerra.
Il primo della serie è il presidente siriano Bashar Assad. Mai come in questi giorni la sua posizione appare precaria. Iran e Russia continuano a difenderlo ma il cerchio si stringe e il ritorno in campo degli Usa nel pantano siriano non promette nulla di buono per il leader di Damasco. Anche se una defenestrazione improvvisa di Assad potrebbe gettare la Siria in un caos persino peggiore di quello odierno…
Il secondo in lista è il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Immagini satellitari mostrano i preparativi di un ennesimo test nucleare. Sarebbe il sesto e viene annunciato come il “più potente”. La data buon potrebbe essere oggi, anniversario della nascita di Kim Il-sung, il nonno dell’attuale leader nonché fondatore della dinastia. La crisi coreana alimenta soprattutto le tensioni tra Washington e Pechino e induce una domanda: perché il giovane dittatore sta tirando così la corda?
Il terzo leader in bilico è il presidente turco Erdogan. Gli ultimi sondaggi lo danno in lieve vantaggio nella corsa al referendum costituzionale di domenica, convocato per rafforzare enormemente i suoi poteri, dopo il tentato golpe della scorsa estate. Il voto quindi è un test decisivo per il suo futuro (e quello turco). Da considerare anche i voti dei tanti turchi che risiedono all’estero. Potrebbero fare la differenza in un paese che rischia di scivolare inesorabilmente verso la dittatura.
Il quarto leader in bilico è il presidente venezuelano Maduro. Il paese è alla canna del gas, il crollo del prezzo del petrolio ha dato la stura ad una crisi politica, economica e sociale che serpeggia(va) da anni. La differenza è che le ultime proteste di piazza hanno coinvolto anche la parte più povera della popolazione, storicamente più vicina al governo socialista.
Resta poi un ultimo leader in bilico (e ancora in pectore), il francese Emmanuel Macron. Tra pochi giorni si voterà in Francia (un voto decisivo per le sorti dell’intera Europa) e l’ex ministro dell’economia di Francois Hollande si gioca il tutto per tutto per arrivare al ballottaggio e sfidare probabilmente Marine Le Pen. Ma prima dovrà guardarsi dalla rimonta del “sinistro” Melenchon. Ce la farà?
Da non perdere
La stupefacente reinvenzione di Donald Trump: da costruttore a populista a presidente a leader “consigliato” da Wall Street. Perché la crisi siriana (e in parte quella meno nota in Nigeria) sono l’esempio perfetto dei limiti del potere americano oggi. E perché la candidatura congiunta di Usa, Canada e Messico al primo Mondiale di calcio a 48 squadre (nel 2026) sta diventando un grosso problema da gestire per The Donald.
I robot finiranno per rubarci il lavoro? Scopri se sei anche tu nei “premi” con la simulazione interattiva dell’Ft. Ovviamente, buona fortuna…
Il meraviglioso (e drammatico) fotoreportage sulla violentissima guerra alla droga nelle Filippine, che è valso a Daniel Berehulak il premio Pulitzer 2017.
In che modo le innovazioni di Silicon valley stanno rendendo possibile lo sviluppo delle “urban farming”, l’agricoltura e la coltivazione del cibo nelle città.
Le strategie di Amazon per riconvertirsi in hub del fashion, conquistando anche le tendenze nel vestire (via Rivista Studio).
Vecchie storie
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