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Patrick Cutrone (foto LaPresse)
Cutrone, un'ipotesi di felicità
C’è un posto però bellissimo in Italia per i giovani. E quel posto è il Milan
Poveri giovani italiani. Sostanzialmente esclusi dai programmi e dagli orizzonti dei partiti, anche se prossimi alle elezioni (o forse proprio per quello: la gran parte dei votanti son decrepiti o piuttosto vicini alla decrepitezza – lo vedi a non far più figli come ci si riduce male? a far conto sui cateteri piuttosto che sui biberon); umiliati nel mondo del lavoro, dove entrano spesso troppo tardi e male, sopraffatti in molte carriere da babbioni che li vorrebbero tenere sotto tutela a tempo indeterminato (e solo qui); socialmente maltrattati e indotti a stare e sentirsi in un eterno prolungamento dell’adolescenza; marginalizzati perfino a Sanremo, coi big pressoché al completo alle prese con prostate e prolassi, e le (poche) nuove proposte liquidate alla svelta come un fastidioso protocollo. C’è un posto però bellissimo in Italia per i giovani. E quel posto è il Milan. Squadra dall’età media bassissima, piena di ragazzi attorno ai vent’anni per precisa scelta dirigenziale (vero? Falso? Fatemi sognare), e soprattutto di virgulti venuti fuori dal nostro vivaio, da quella fiorita Primavera che tra l’altro si è appena onorevolmente guadagnata la finale di Coppa Italia. Pedatori fanciullini che in alcuni casi fino ad oggi hanno indossato solo i colori del Diavolo. Dite poco, scettici (sì, ce ne sono ancora molti) amici casciavitt? E non è motivo bastevole a deporre tale scetticismo verso l’onestissimo Milan di quest’anno, e verso l’allenatore, la dirigenza, la Cina, il recente passato, e via mugugnando, non basta – dicevo – ciò che avete visto domenica nell’un tempo gloriosa Ferrara? Insomma, l’ho ben tirata per le lunghe e presa alla lontana, e solo per arrivare alla cosa che più preme: la più schietta manifestazione di stupore e di gaudio pallonaro dinnanzi alla rapace, sporca, esemplare doppietta di Patrick Cutrone, che ha propiziato la polputa affermazione contro la Spal. Abbiamo vinto bene e largo; abbiamo sofferto (sembra non se ne possa fare a meno) nel primo tempo, stavolta, ma governando il secondo senza affanni; abbiamo addirittura trovato due inediti realizzatori (Biglia&Borini, speriamo sia un buon segno). Ma soprattutto abbiamo visto qualcosa che assomiglia parecchio a un’ipotesi di felicità: Cutrone, e due gol degni di Pippo Inzaghi.
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