Ci sono anche buone notizie per il Milan
Al di là del pareggio per 1-1 contro il Sassuolo i rossoneri possono essere felici per il rinnovo di Gennaro Gattuso
Ma no, non è il Milan di inizio stagione. E nemmeno il Milan della prima fase della gestione Gattuso (per intenderci, quello dell’inaudito pareggio sannita e del crollo per mano dei soliti perfidi veronesi). E’ soltanto una serie poco felice e poco fortunata. Soltanto, abbiamo detto? Sì, soltanto questo, nonostante l’infinito chiacchiericcio che accompagna le cose calcistiche da circa cinquantamila anni a questa parte imponga per solito, in siffatti casi, accenti di ben altra drammaticità. Nulla però che ci esima da una sobria disamina di quest’ultima serata un po’ da ciucchi: sterilità, inconcludenza, carenza delle punte, obbrobrio difensivo, primo gol nella storia della calcio di pomo d’Adamo, di Kessie, sfiorato? Mah. Certo, dei due punti nelle ultime tre partite, questo qui, raccattato su in extremis col gramissimo Sassuolo, è il più stupido. Passi (si fa per dire) la sconfitta coi futuri vincitori dell’ennesimo scudetto, passi il grigio zero a zero nel derbaccio coi Bauscia (dove piuttosto andrà ringraziato il piede sbirulo di Icardi), ma passi mica tanto – anzi per niente – l’aver dovuto rincorrere schiuma alla bocca un pareggino così poco congruo alla qualità dell’avversario di giornata, e soprattutto all’altezza delle inebrianti aspettative che sarà il caso, ora, subito, non dico di congelare per potercele trascinare un altro mese ben conservate nel freezer dei desideri inutili, ma proprio di ridimensionare: o meglio, siamo onesti, di abbandonare del tutto. Altro che Champions. Altro che insidiare romani e, eventualmente, cuginastri. Occorrerà guardarsi da chi ci sta mordendo i garretti per ciularci l’ultimo posto buono per l’Europa minor. Eppure. Eppure riesco a essere contento. Forse per il bellissimo gol da centravantone (stavolta l’accrescitivo, giuro!, non è perculatorio) dell’altrimenti e solitamente sciagurato Kalinic? Be’, non esageriamo, no. Sono contento come si può essere contenti, infantilmente, quasi senza ragione, delle piccole cose, dei segnali che si ha una gran voglia di ritenere fauste premonizioni. Del rinnovo di Gattuso, insomma, che ha prolungato fino al 2021, settecentenario della morte di Dante che ci si sta preparando a celebrare con la giusta devozione. Non so bene come vi si possa scorgere un nesso, ma mi auguro che in questi tre anni sappia renderci nuovamente puri e disposti a salire alle stelle.
Il Foglio sportivo - in corpore sano