La rivalsa di Supercriceto, dall'insignificanza alla coperta di Linus
Perché non si può più dormire con i pupazzi? Difesa cieca e assoluta di tutte le debolezze
Supercriceto è entrato nelle nostre vite un pomeriggio di domenica di qualche anno fa: un’amica di mio figlio glielo ha regalato perché a lei non era mai piaciuto, non lo voleva più: un criceto grosso e marrone di pezza con un mantellino di raso rosso da supereroe. Uno di quei pupazzi che non vanno di moda, che non sono nemmeno molto morbidi, che non sono nessun personaggio, regalo di una nonna che non conosce il mondo dei bambini e si lascia ancora guidare, nel comprare giocattoli, da idee sue, colpi di testa, oppure sconti sulle rimanenze di magazzino. Supercriceto aveva proprio l’aria di una rimanenza, aveva addosso un’insignificanza color marrone chiaro e io stessa credo di non essermi accorta di lui per molti mesi. Non sapevo nemmeno che si chiamasse Supercriceto, e in effetti era arrivato in casa nostra senza nome, ma il mantellino di raso rosso aveva entusiasmato mio figlio, l’aveva convinto che quel criceto avesse dei poteri, magari era un eroe di serie B ma soltanto perché era stato ingiustamente sottovalutato e nessuno gli aveva mai fatto pubblicità, nessuno aveva mai pensato di creare il personaggio di Supercriceto. Mio figlio si è così dedicato al riscatto di Supercriceto, e Supercriceto ha acquistato nel tempo un’importanza riconosciuta anche fuori casa, e anzi alcuni genitori qualche mese fa mi hanno fermato davanti a scuola chiedendomi dove si compra Supercriceto, perché su Amazon non l’hanno trovato. Dicevano: Supercriceto, come si dice: Spiderman, con la stessa disinvoltura, parlavano di qualcuno di universalmente riconosciuto. In un primo momento non capivo, chi è Supercriceto?, poi la mia memoria ha ripescato il mantellino rosso e il dente sporgente, quel coso marrone che sta sempre sul letto di mio figlio, e ho detto che in effetti Supercriceto è difficile da trovare, sottintendendo che serva una speciale dedizione di madre, una certa bravura nel riconoscere la nascita di un idolo, insomma una capacità di anticipare i tempi che non è da tutti. Ho aggiunto, gentilissima: se ne trovo altri comunque vi faccio sapere, anzi vi faccio sapere in ogni caso, vi scrivo su Whatsapp, vi inondo la chat di faccette e di punti esclamativi, mi vendico di tutte le torture subite fin adesso, vi mando cento messaggi uno di seguito all’altro mentre siete in riunione e vi siete dimenticati di silenziare, vi faccio licenziare in nome di Supercriceto.
Ma a parte i sogni di ritorsione, la realtà è che tutti gli amici di mio figlio prima o poi vogliono fare un giro con Supercriceto, lanciarlo giù dal letto, parlarci un po’, scagliarlo con tutta la forza delle braccia contro la porta, andare a riprenderlo, farsi i selfie e i video con lui che vola o cade. Mio figlio un po’ è orgoglioso di Supercriceto e un po’ soffre perché vuole che Supercriceto sia soltanto suo. Soprattutto la notte: non ci si può addormentare senza Supercriceto sul cuscino, non ci si può mettere in pigiama senza il permesso di Supercriceto, che non sempre lo concede, e se non lo concede bisogna un po’ pregarlo, e lui risponde sempre no, dice mio figlio. Fino a che io minaccio di buttare Supercriceto giù dalla finestra e Supercriceto si convince che in effetti è l’ora di prepararsi per andare a dormire.
Supercriceto è passato dall’invisibilità alla prepotenza, mi dico, chi si crede di essere adesso, era una rimanenza di magazzino tanto umile ma adesso è diventato un manipolatore sbruffone, è diventato la coperta di Linus di mio figlio, però narcisista e marrone, se ne approfitta. A casa ha bisogno di un lenzuolo tutto suo e di un cuscino, se partiamo bisogna metterlo in valigia, e occupa troppo spazio, e se c’è un pigiama party a casa di un amico mio figlio inventa scuse per non fermarsi a dormire, perché non vuole separarsi da Supercriceto ma si vergogna a portarlo con sé, se sua sorella per fargli uno scherzo nasconde Supercriceto, lui la insegue e la picchia con una forza disperata, e quando dopo una festa in casa Supercriceto era scomparso dal letto, ho dovuto mandare messaggi per me molto umilianti a tutte le madri, chiedendo se qualcuno avesse per sbaglio portato via Supercriceto, in quel caso potevamo andare a riprenderlo anche a mezzanotte e ovunque, anche fuori dalle mura aureliane.
Ho ricevuto risposte molto seccate, come se avessi fatto insinuazioni su un furto, e comunque Supercriceto era salvo dentro casa, mio figlio l’aveva nascosto in un armadio e poi se ne era dimenticato. Perché l’avevi nascosto? Perché non voglio che lo vedano. E perché non devono vederlo? Perché Matilde ha detto che a otto anni sono scemo se dormo con un criceto. Matilde ha un anno di più, e sa tutto, e i maschi le obbediscono sempre, lei conosce tutte le parolacce più nuove perché ha due fratelli maschi grandi, che guidano la macchina e la portano in moto, quindi sa come va il mondo, ha imparato in fretta a difendersi e ad attaccare, ho l’impressione che anche sua madre abbia paura di fare brutta figura davanti a lei. Se Matilde dice che uno Youtuber è un cretino, mio figlio con le lacrime agli occhi abbandonerà quello Youtuber, non lo guarderà mai più, perché Matilde ha sempre ragione. Io ammiro molto Matilde e provo una strana soggezione in sua presenza: un giorno vorrei essere come lei, che ha scritto a mio figlio, per il suo compleanno: per me sei un grande amico, e lui ha capito che era una cosa importante e non ha fatto le urla da dinosauro come al solito ma le ha detto solo: grazie. Questa volta però nella lotta fra Matilde e Supercriceto, per la prima volta Matilde ha perso. Sembrare scemi, stupidi, cretini, non è un buon motivo per rinunciare ai poteri salvifici di Supercriceto, perdere la stima di Matilde non è una ragione sufficiente per affrontare il mondo senza Supercriceto. Io non posso vivere senza un telefono carico al settantadue per cento e mio marito non può smettere di fumare, perché invece un bambino di otto anni dovrebbe imparare a dormire senza il suo criceto di pezza con i superpoteri? Non voglio liberarlo dalla sua dipendenza, anzi voglio incentivarla: quando Lucy nasconde a Linus la sua coperta, sotterrandola da qualche parte o usandola come aquilone o cercando di gettarla nell’inceneritore, Linus sviene molte volte per strada, mentre va a scuola, e quella parte è così drammatica che riesco a sentire il ronzio nella testa di Linus, tutti i sintomi dell’astinenza, lo sciocco trionfo degli odiatori di coperte altrui, e soffro finché non gli restituiscono la coperta. Quindi, anche se ormai trovo insopportabile Supercriceto e tutta l’enfasi che lo riguarda, anche la necessità di togliergli il mantello prima di metterlo in lavatrice, sono disposta a tutto per difendere il diritto a succhiarsi il pollice, a bere il latte dal biberon fino all’età adulta, a mangiarsi le unghie, a tenere la luce accesa, la porta aperta, a farsi accompagnare in cucina dal cane, dal gatto, da me. Così, quando Matilde è tornata a casa nostra, col suo passo imperioso, e ha chiesto subito di Supercriceto, io ho detto un bugia, che l’ho buttato nella spazzatura molto tempo fa. Lei mi ha fissato a lungo con i suoi occhi azzurrissimi, io stavo per crollare, ma mio figlio è corso nell’altra stanza ed è arrivato sventolando Supercriceto, ha detto: ma lui è tornato da solo. Matilde ha guardato prima lui, poi me, poi ha abbracciato Supercriceto e gli ha detto: sei il più forte, lo sapevo.