I personaggi della serie tv Big Mouth in onda su Netflix

Alla vostra età si fa ancora? Il momento delle domande è arrivato

Annalena Benini

L’educazione sessuale mancante, i fiori di Bach per il cane e la scelta sofferta della verità

Io non ho mai avuto un’educazione sessuale. Lo dico senza un giudizio di valore, come semplice dato di fatto, anche consapevole che qualcuno, leggendo, potrebbe dire: e se vede. Non ho avuto un’educazione sessuale nel senso che nessuno mi ha mai spiegato qualcosa, raccontato qualcosa, mimato qualcosa, mostrato dei disegni nel periodo in cui non sapevo niente e molte mie amiche, invece, sapevano tutto (ma non me lo dicevano. Adesso la notte penso: perché mi escludevate?).

 

Una volta, nei primi anni delle scuole elementari, mio padre mi raccontò di un semino che il marito consegna alla moglie per fare un figlio, e io mi ricordo ancora la sua faccia quando chiesi: ma glielo dà in mano? Da quel giorno mio padre e io non abbiamo mai più parlato di sesso: lui riteneva di avere abbondantemente assolto il suo compito, e io ero, e sinceramente sarei ancora, piuttosto soddisfatta di questo semino dato in mano, anche se allora pensavo che l’avrei sicuramente perso. Ho scoperto la verità poco dopo, da qualche libro e poi da un giornale che si chiama Cioè e che ringrazierò sempre, ma i dettagli e le molte possibilità di incontro fra maschi e femmine le ho origliate, a partire dalla terza media, nelle avventure sicuramente immaginarie dei maschi della mia classe, e in quelle sicuramente vere delle mie compagne che avevano già visto com’è fatto un semino e lo raccontavano anche un po’ disgustate. Le ammiravo tantissimo, anzi le idolatravo, ma in testa avevo Pacman in 3D e nessuna rivoluzione ormonale. Poi al liceo è cambiato tutto, ho letto Anaïs Nin, che ringrazierò sempre, e sono diventata un po’ più grande.

 

  

Non ho mai chiesto niente a mia madre, né tantomeno a mio padre, e invece adesso mia figlia di dodici anni mi chiede tutto. Racconta che cosa dicono i suoi compagni di tredici anni a proposito della masturbazione quotidiana, e mi chiede opinioni, guarda i miei occhi che roteano disperati e mi insegue per casa mentre provo a scappare. “Pensi che sia troppo spesso?”, dice con la sua vocina di cristallo, e poi torna a disegnare cavalli con le ali e a parlare dei gattini senza mamma che dovremmo adottare. E a tavola, la sera, nel bel mezzo della minestrina in brodo, chiede se per caso “alla vostra età si fa ancora”.

 

La minestrina in brodo era così consolante una volta, e invece adesso è piena di insidie, il brodo vola da tutte le parti con la minestrina dentro, il cane si precipita verso la minestrina sul pavimento e questa è la nostra grande occasione per cambiare discorso. La afferriamo al volo, ci interessiamo al cane come mai prima, gli parliamo, gli lanciamo un osso di gomma, ci chiediamo a vicenda con grande apprensione se oggi ci siamo ricordati di dargli i fiori di Bach, sei sicuro? quante gocce? lo vedi che infatti è più sereno?

 

Il cane prende i fiori di Bach e forse anche io dovrei, ma mi faranno male i fiori di Bach per cani? Ecco, per stasera siamo salvi, penso mentre sparecchio e butto i resti di minestrina nella spazzatura, e invece no, perché mia figlia vuole iniziare a guardare su Netflix la serie animata di cui tutti i suoi compagni parlano, Big Mouth. La prima puntata si intitola: eiaculazione. La quinta: anche le ragazze si arrapano. L’ultima: pornofuga. Io mi rigiro in mano il flacone di fiori di Bach per cani, quasi quasi li provo.

 

Ma scusa, è vietato ai minori di quattordici anni, tu ne hai dodici, non puoi assolutamente vederlo! Mamma, guardalo insieme a me, dice lei con la sua vocina di cristallo, è sulla pubertà, è molto utile hanno detto. Io non voglio. Non so rispondere a nessuna domanda, non so quale è il tono giusto, e perché adesso mi sta chiedendo come si masturbano le ragazze? Mi piaceva tanto la storia del semino, come la minestrina in brodo, come Pacman 3D. Lei ricomincia: mamma tu non hai fatto educazione sessuale? Io rispondo la verità, perché d’ora in poi ho deciso che con coraggio e chiarezza, senza imbarazzo, le risponderò sempre la verità: no amore, non l’ho fatta. E se vede, dice lei.

  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.