Anche noi vogliamo una moglie
Guia Soncini e il grande desiderio segreto di tutti questi anni
Cara Annalena, hai passato anche tu gli ultimi anni a dirti che, se solo avessi avuto una moglie, avresti finalmente potuto occupare il tuo posto nella storia della letteratura? Se solo avessi una moglie che cerca i miei occhiali, la mia carta di credito, il mio telefono, quelle trenta volte al giorno in cui li perdo, allora sì potrei scrivere il Grande Romanzo Italiano, o almeno un qualche romanzo che venda più copie di quanti siano i miei cugini di secondo grado (che sono abbastanza sicura non comprino neanche tutti i miei libri, quegli stronzi). D’un marito non so che farmene, ma una moglie che mi lavasse i calzini per tempo, invece di costringermi a ordinarne di nuovi con la consegna d’urgenza di Amazon, altrimenti domattina devo uscire scalza, quella sì mi darebbe la serenità d’animo necessaria a congiungermi con quel bestseller che mi aspetta. La settimana prossima compie trent’anni Una donna in carriera, e io lo so che è da lì che mi è venuto questo tarlo. Da quella scena finale in cui Harrison Ford le prepara il cestino della merenda e le dice “Mi raccomando, sii gentile con le altre bambine”. Una generazione rovinata da prìncipi azzurri che erano un po’ mogli e un po’ mamme.
Guia Soncini
Cara Guia, Vera Nabokov temperava le matite di suo marito, apriva l’ombrello, leccava i francobolli e gli rileggeva le bozze a voce alta. Se prometti di scrivere almeno Lolita, te la regalo per Natale.