Le amiche di gioventù e quel complesso circuito di ricordi, gelosia e servizio militare
Con le mie vecchie amiche non ho più niente in comune. Lo scambio di lettere tra Guia Soncini e Annalena Benini
Cara Annalena, ho un’amica che dice di non essere mia amica. Ci siamo conosciute da adulte, e lei dice che le vere amicizie sono quelle di gioventù. Ma io con le mie amiche di gioventù non ho più niente in comune: ce n’è una che ha allattato i figli fino alle medie, cosa dovremmo dirci io e quest’aborigena? Sono persino andata a cercare le compagne delle elementari su Facebook, e ho incontrato del revisionismo mica male: una sostiene che eravamo amiche del cuore, ma io ricordo benissimo che mi preferiva un’altra bambina, e insieme mi guardavano sprezzanti perché compravo cinquecento lire di crescenta e loro si saziavano con duecento. Nel mio prossimo libro preferito (l’ha scritto un’americana, s’intitola Il mio anno di riposo e oblio) la protagonista è assediata da un’amica di gioventù che descrive così: “Volevo bene a Reva, ma non mi piaceva più. Eravamo amiche dal college, da così tanto tempo che ormai l’unica cosa in comune era la nostra storia insieme, un complesso circuito di risentimento, ricordi, gelosia”. Insomma, ti dispiace se continuo a scrivere a te invece che alla ragazzina di cui ero diventata amica in vacanza-studio nell’87?
Guia Soncini
Cara Guia, Elsa Morante disprezzava già da bambina le sue amiche delle elementari, che la riempivano di regalini e di complimenti. “Se credevano di adularmi, si sbagliavano”. Le trattava malissimo, un po’ come facevi tu con me quando ci siamo conosciute da semi adulte. E più lei le trattava male, più loro la adoravano. Succedeva anche a me. Avere un’amica come te è stato molto utile, visto che non ho fatto il servizio militare. Vorrei aggiungere soltanto: se ti avessi incontrata alle elementari non credo sarei sopravvissuta, ma avrei voluto che tu continuassi a scrivermi per sempre.