La stazione Termini di Roma. Foto di Paolo Margari via Flickr

La gita alla fattoria, e passare dagli applausi ai fischi in un istante

Annalena Benini

“E’ stata Roma”. Ribellione di una madre che non vuole andare a vivere in campagna

Mio figlio è andato in gita scolastica in una fattoria in campagna, o almeno così ha detto al ritorno, con una specie di voce che era un breve rantolo e poi è scomparsa. Dalla quantità di terra, erba e sterco di cavallo spalmati sui capelli e sulla faccia, credo che mi abbia detto la verità, ma io sapevo con certezza soltanto che era andato in una piccola città in Umbria con il treno, perché i telefoni erano vietati e i contatti con i genitori anche, salvo gravi allergie o febbre alta (nella chat delle madri ho scoperto che l’indignazione per questa regola era piuttosto alta, ci si appellava alle leggi dello Stato, si piangeva, si invocava il golpe, così io ho preferito tacere e nascondermi, vergognandomi della mia contentezza). A casa mi ha spiegato a gesti che è stato tutto meraviglioso, poi ha smesso di muoversi e si è addormentato per quattordici ore di seguito, e ogni tanto il cane andava a controllargli il respiro: sembrava morto, ma era solo stanco e felice. Due giorni dopo, quando gli è tornata la voce, mi ha detto che ha sempre apparecchiato la tavola per tutti, che gli hanno fatto molti complimenti per la sua gentilezza, che si è sempre lavato i denti e cambiato le mutande e che non ha mai pensato un secondo al suo telefono. Ero strabiliata e commossa, e ho deciso che era solo merito mio. Ho pensato al seminare e al raccogliere, ho immaginato le maestre e gli educatori che venivano a ringraziarmi e io che mi schermivo: ma no, ma no, non ho fatto niente, giusto qualche principio inculcato con pazienza, e loro che insistevano e mi urlavano brava, bravissima, e io che infine dicevo: beh, sì, grazie, grazie a tutti, e me ne andavo tra gli applausi.

       

E’ durata un attimo. Lui ha interrotto la mia soddisfazione, il mio minuto di soddisfazione all’anno, per dirmi, in preda a un delirio di onnipotenza datogli dal consenso nella fattoria: “Roma fa schifo. A Roma uso il telefono perché non c’è niente da fare, solo respirare fumo di macchine e di sigarette. Ci sono più sigarette che pavimento e non ci voglio più stare qui. In campagna ho fatto anche la marmellata”. Ho scoperto così di essere diventata in un istante la madre di Greta Thunberg, ma senza averne gli strumenti, e gli applausi si sono trasformati subito in fischi, perché “Roma piace solo a te”. Nel frattempo il cane si è fatto azzannare per strada da un altro cane, mia figlia l’ha portato dal veterinario che però era andato a prendere il caffè e non tornava mai, lei è arrivata in ritardo alla recita di fine anno, la professoressa l’ha sgridata, nessuno dei suoi genitori aveva intenzione di andare alla recita, lei ci è rimasta malissimo, io allora mi sono precipitata e la gonna si è incastrata dentro la ruota del motorino, lacerandosi, e mio figlio ha detto, trionfante e ormai anche avvolto da un’aura da santone che lo rende piuttosto antipatico: è stata Roma, dobbiamo andare a vivere in una fattoria in campagna.

       

E’ stata Roma, gli ho risposto, ma a vivere in campagna ci andrai tu, con la tua fidanzata o con chi ti pare, puoi dormire anche sugli alberi se vuoi, e fate le marmellate, ma io resterò qui in mezzo alle sigarette e alle ruote dei motorini ancora per molti, molti anni. E’ stata Roma, ma io quando dal finestrino del treno leggo: Roma Termini, sono troppo felice e non ho nessuna intenzione di andarmene. E’ stata Roma, e allora adesso va’ a buttare la spazzatura, va’ a prendere il tuo cane, va’ a lavarti i denti, apparecchia, e molla quel telefono. Poi guarda questa luce, e ringrazia tua madre che ti ha fatto nascere qui.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.