Il calcolo dell'amore
Vuoi forse una relazione con una carta dei diritti? Non esistono i diritti in una relazione
Leggendo il romanzo Ascoltate il matrimonio di John Jay Osborn (Bollati Boringhieri), la nuda trascrizione dei dialoghi della terapia di coppia per un matrimonio sull’orlo del fallimento, si prova la sensazione gustosa e bieca di spiare l’intimità altrui nel suo disfacimento.
Sandy, abile terapeuta che trascende spesso i limiti professionali, strizza la crisi tra Gretchen e Steve come un fazzoletto bagnato; i tradimenti reciproci, le ferite passate e ancora pulsanti non hanno scampo: l’esperienza di Sandy li schiaccia uno dopo l’altro al muro. Da ogni incontro uno dei due esce con le ossa rotte.
Il lettore che abbia alle spalle una disavventura di questo genere; chiunque si sia seduto in una stanza chiusa con tre sedie e un problema che rimbalza da una all’altra, e per un po’ è rimasto zitto, poi non è più riuscito a trattenersi per pentirsene in seguito, soffre e gode davanti all’abilità di Osborn nel costruire un immediato processo d’identificazione.
Romanziere, sceneggiatore, docente universitario di Diritto, l’americano Osborn è stato per anni consulente matrimoniale, prima per salvare la propria unione e poi per passione. Molti uomini sono uguali a Steve e, forse, le donne somigliano a Gretchen.
Leggi e ti vergogni per i due protagonisti, perché avresti potuto esprimere gli stessi concetti arroganti; t’indigni perché quelle frasi hanno avvelenato anche te. Ma all’improvviso qualcosa cambia: dal voyeurismo masochista entri in un’altra dimensione e da quella pagina in avanti ogni parola la porti dove tieni quelle che non vuoi più dimenticare. Una in particolare, diritti.
“Credi che Steve vada a letto con Gabrielle?”, chiese Sandy.
“Non mi importa” disse Gretchen.
“Non ci vado a letto” disse Steve.
“Certo che ti importa” disse Sandy. “Vuoi davvero continuare con questa storia dei diritti? Che se tu vai a letto con qualcuno, allora anche Steve ne ha il diritto? Non è così. La verità è che se tu vai a letto con qualcuno, non ti fa male (…). Ma se ci va Steve? Allora fa male, e tanto”.
Rileggi. Diritti. Ricordi tutte le volte che le cose andavano male e del rapporto d’amore restava soltanto il quaderno della partita doppia. Quando i litigi e i pensieri sbilenchi che li sostenevano ti avevano portato a esigere un pareggio del bilancio (ore di libertà, tradimenti, innocenti piaceri e soldi veri), e mentre contavi, rinfacciavi, ti sentivi in credito, sapevi che l’amore era andato altrove per aspettare, nel migliore dei casi, la fine dei conteggi. A ogni richiesta di giustizia corrispondeva una distanza maggiore. E ora che le attività sono calcolate e parametrate e l’assoluto è ridotto ai decimali, qui si può ancora fare un distinguo. Quando l’amore è all’inizio, è incalcolabile, errori e squilibri non contano, sono parte dell’attrazione e, anche trascorsi anni, la terapeuta ha ragione: dimenticarsi dei diritti è il solo modo per avvicinarsi alla migliore versione della storia, rivedere per un istante il suo fulgido inizio.
Verso la fine della terapia, Osborn ritorna sul concetto.
Alla seduta Gretchen si presenta, come sempre, con la sua bella borsa di pelle italiana (regalo di lui); per la prima volta il suo cellulare non è silenziato e squilla. La terapeuta intuisce che Gretchen debba dire qualcosa d’importante: le manca il coraggio. La donna ha una relazione con un tale Bill. Cogliendo nel segno, aggredisce Gretchen sostenendo che nella borsa c’è una lettera del suo amante. Dopo aver negato, Gretchen ammette.
Sandy chiede a Steve se vuole leggerla.
“Rispetto la privacy di Gretchen” è la sua risposta.
La terapeuta attacca Steve. “Vuoi una relazione con una carta dei diritti? Non ci sono diritti in una relazione”.
Da questa seduta inizia la resa (positiva) dei conti; quando il matrimonio è liberato dal vestito dell’aritmetica, del buon senso, si può tornare a parlare liberamente.
Quasi sessant’anni prima, nelle pagine di Revolutionary Road, Richard Yates metteva in bocca a Frank Wheeler più o meno la stessa idea. Rivolto alla moglie April: “Senti” sussurrò. “Non m’importa chi ha ragione o chi ha torto o che cosa significa tutta questa storia. Non potremmo farla finita e cominciare a comportarci come esseri umani, tanto per cambiare?”. Come esseri umani che si sono amati.