Una scena dal film “Marriage Story”

Troppi romanzi dentro questa stanza

Giulia Pompili

Forse dovrei leggere più saggistica. Ma intanto mi guardo “Marriage Story”, che ha commosso perfino Max Hastings

Cara Annalena,

qualche giorno fa, tu non c’eri, eri da qualche parte, sotto a una galleria, credo, aspettando un carro attrezzi. Comunque qualche giorno fa una persona che fa parte della nostra stanza, che è un po’ una società segreta, lo sai, e io mi fido di tutto quello che si dice qui dentro, mi ha detto seria: ho visto i tuoi post su Facebook, sai, i tuoi post lacrimosi, sul roseto comunale. Secondo me stai leggendo troppi romanzi. Me lo ha detto e in effetti gli avevo appena prestato la mia copia del “Colibrì” di Veronesi, e io avevo in mano “Confidenza” di Starnone. Allora mi ha preso il panico, sono andata su Amazon, e ho comprato molti libri sull’intelligence cinese, sulla politica giapponese, una dettagliatissima storia della guerra del Vietnam scritta da Max Hastings che amo tantissimo. Non vedo l’ora di leggerlo. Però, nel frattempo, posso prendere il libro di Sally Rooney che ho visto sulla tua scrivania?

Giulia Pompili

 

Cara Giulia, prendi pure Sally Rooney, “Persone normali”. A me ha fatto venire il batticuore. Di certo l’intelligence cinese è molto interessante, ma prima ti chiedo un’ultima lacrima: “Marriage story” di Noah Baumbach su Netflix. Anche Max Hastings l’ha visto, mi ha detto che ha pianto.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.