Sanremo 2020, la prima conferenza stampa ufficiale della 70° edizione (foto LaPresse)

Attenti a quel che dite, siamo quasi in guerra. A Sanremo e dappertutto

Un invito alla prudenza, e il consiglio di ripartire da Anton Cechov, da un suo racconto che si intitola: Dell’amore

Cara Annalena Benini, sono un russista, amante del giornalismo, specialmente del Foglio. Qualche settimana fa, parlando con la mia dolce ¾ (una grande donna, mi contraddice sempre!) dei giornalisti che apprezzo, dopo alcuni nomi, mi interrompe e dice: “Ma quindi non c’è nessuna donna tra i tuoi giornalisti?” … “Ohibò!”, mi sono detto, “E’ vero, non ho citato nessuna donna.” …

 

Per non sviare la domanda, le ho risposto: “è vero, non ne ho citata nessuna, ma in realtà ce ne sono molte!”. Per fortuna mia e dell’umanità, non odio le donne, come potrei! Non sono un sostenitore delle madonne, ma delle donne reali, della vostra intelligenza e della vostra femminilità; comunque, tornando alla domanda fattami, il primo nome che mi è venuto in mente è stato il tuo, ti apprezzo quasi (senza offesa) quanto la Fallaci. Riusciremo mai a chiudere quest’eterna guerra tra sessi?... Bah! Chissà!

Tuo per ¼ Filippo Alfonsi

Caro Filippo, sei molto gentile ma hai visto che è successo ad Amadeus? Ti invito alla prudenza, e poiché sei un russista, così hai scritto, ti consiglio di ripartire da Anton Cechov, da un suo racconto che si intitola: Dell’amore. E riguardo alla guerra, dimmi, quale guerra? Attento alle spalle.

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