Dentro questo stato d’emergenza, con le scuole chiuse, lo sfacelo economico, la paura di prendere il treno per Milano, la necessità di prendere il treno per Milano, il bisogno di una baby sitter, la difficoltà di pagare una baby sitter, l’ipocondria della baby sitter, l’angoscia di chi deve partorire tra poco a Piacenza, la solitudine di chi ha più di settant’anni e non ha nessuno che possa aiutarlo a fare la spesa, a fare due chiacchiere, la quarantena di nonni altrimenti utilissimi ma forzatamente in isolamento perché hanno parlato una settimana fa al bar con un medico risultato positivo al coronavirus, c’è una sola possibilità di sintesi: ognuno è perso dentro i propri giorni impazziti, ognuno sta imparando a salvarsi da solo.
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