Il Figlio
Mio fratello è solo
Le fotografie, i collage, l’addio al mondo di Randy Hall, che è sempre fuggito dalla felicità. Il libro della sorella Diane Keaton, attrice che indaga sulla propria famiglia
Tutto prende avvio da una fotografia del 1954, misura 10x10 scattata con una macchina Kodak Brownie Hawkeye che ritrae Randy e Diane rispettivamente a sei e a otto anni al fianco di un clown del Circo Barnum & Bailey dei Fratelli Ringling. Da questa fotografia e da tutto quello che può essere definito l’archivio sentimentale e storico della famiglia Hall – che Diane nel 2008 riceve in eredità dalla madre – composto da trentadue diari, quindici album di ritagli, venti album fotografici e centinaia di lettere, prende avvio l’indagine attorno al senso della vita di Randy Hall. Come e quando Randy si è perso e come e quando loro due, Randy e Diane, fratello e sorella, i primi di quattro, hanno smarrito e confuso la propria relazione. Indagare la storia di un fratello vuol dire indagare la storia dei propri genitori e Diane Keaton parte dai documenti che testimoniano la fiducia smodata del padre per il sogno americano, vero self made man capace di costruire una delle più grandi imprese immobiliari californiane, la sudditanza della moglie e l’incomprensione continua verso l’unico figlio maschio inabile alla vita lavorativa e radicalmente in opposizione ad un padre capace con lui solo di rivelare le proprie fragilità e la propria violenza. Dopo il denso memoir dedicato alla madre, “Oggi come allora” (Mondadori, Traduzione di Stefania Bertola) in cui indagava il loro rapporto anche sulla base dell’Alzheimer che colpiva la madre nei suoi ultimi anni di vita, ora Diane Keaton riprende il filo della propria storia famigliare puntando la propria lente sul fratello con “Fratello e sorella” (Baldini+Castoldi, Traduzione di Monica Manzella).
Artista e poeta, Randy Hall ha vissuto tutta la vita da borderline in perenne conflitto con i genitori e in generale con le persone, da cui rifugge la compagnia. Una vita fatta di continue scomparse, silenzi e problemi di salute legati all’alcol che lo portano in questi ultimi anni dopo essere stato colpito più volte da ictus a vivere in strutture protette affetto da una forte forma di demenza. Keaton insegue lungo le pagine del suo testo alternando lettere della madre, ricordi fuggevoli e i rari scritti del fratello, il motivo, il punto preciso di rottura dentro al quale Randy decise di isolarsi per sempre dai genitori e dalle sorelle. Gli avvenimenti si susseguono quasi paralleli a quelli di una tipica storia americana degli anni Sessanta e Settanta, una storia di successo dentro alla quale la famiglia borghese Hall si arricchisce sia economicamente che a livello sociale, mentre il fratello costretto dal padre a lavorare nel suo studio si arena tra le troppe bottiglie di birra e Tequila: va così in frantumi con il suo fragile equilibrio anche il suo precoce matrimonio con Sally. Randy ha ispirato il personaggio del fratello di Annie Hall in Io e Annie, interpretato da Christopher Walken.
Mentre Diane Keaton sta girando Reds con Warren Beatty, la conferma di una carriera cinematografica eccezionale che farà di lei una delle più grandi attrici americane del secondo Novecento, Randy tenta il suicidio del garage di casa. Si susseguono anni terribili per Randy che perde anche la voglia di pubblicare le proprie poesie, ma non quella di scriverle affiancando anche la produzione di collage. Il padre gli compra una casa, gli garantisce un assegno mensile, ma gli rifiuta ogni forma di affetto, forse perché lui stesso cresciuto stretto in un’infanzia con una madre -– nonna Hall – totalmente anaffettiva e legata solamente al denaro e al rischio di perderne. La madre invece offrirà a Randy in maniera compulsiva e a tratti ossessiva sostegno e affetto, ma anche in questo caso, forse perché costretta in un rapporto squilibrato con il marito che chiede sostegno e fiducia solo per sé, finirà per soffocare Randy in un corto circuito di attenzioni e premure. Avanza per supposizioni Diane Keaton, senza mai giudicare con durezza, ma assistendo al dolore di un uomo in fuga e di due genitori tanto inadeguati quanto affranti di fronte ad un figlio che sembra scegliere sempre e solo di allontanarsi il più possibile da loro.
Diventano sempre più gocce nel deserto le telefonate e le lettere di Randy ai genitori e poi alle sorelle, eppure sono messaggi in bottiglia. Randy ha osservato la sua famiglia come un alieno, un esterno e ha saputo raccontare con la poesia, e con i suoi collage il senso delle loro scelte. Randy ha visto le sorelle, il padre e la madre e ha compreso il loro legame fatto di gesti quotidiani e di impicci inevitabili, ma solo quando era ormai totalmente malato ha svelato a Diane la sua libertà, l’ha mostrata a lei con dolcezza. Rendendo più libera anche lei di amarsi e di amarlo.