"Un fatto successo davvero, un omicidio efferato, un caso giudiziario accaduto alla periferia di Milano nel 2010". L'ultimo romanzo dello scrittore emiliano
Quante cose passano fra una madre e un figlio, e non necessariamente esaltanti. Soprattutto quando, uscito il “piccolo” dall’infanzia e poi dall’adolescenza e poi dalla giovinezza, continua a vivere accanto a mammà. Che rapporto avrà avuto Ermanno Cavazzoni con la sua di mamma? Se qualcosa di personale c’è sempre nei libri che scriviamo, rose e fiori non deve essere stato. Però siamo avvertiti già nella prima pagina del suo nuovo romanzo, La madre assassina (Nave di Teseo, 168 pagine, 18 euro), qui si parla di “un fatto successo davvero, un omicidio efferato, un caso giudiziario accaduto alla periferia di Milano nel 2010”. Tanto per distoglierci dalla pista giusta, penso io. Ecco perché aggiunge subito che la stampa di quel caso non se n’è occupata, per non generare “emulazione fra i giovani”. E figurati se la stampa si fa certi problemi… Ma insomma, intanto il protagonista effettivamente non si chiama Ermanno. Si chiama Pacini Andrea, detto André. Anche “micino”, così almeno lo chiama la famosa madre, quella che nel titolo viene insultata come “assassina”. Ma è assassina o no?
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