Gli eroi di oggi sono i medici, e gli infermieri, e poi ancora i medici, e i primari che con gli infermieri alla fine del turno vanno a fare i tamponi ai senzatetto, e l’infermiere che non lascia sola la signora intubata in ospedale, e quando torna a casa dai figli, di notte, si spoglia sulla porta e chiude i vestiti in una busta di plastica prima di farsi la doccia con l’Amuchina. Loro non si sentono eroi, naturalmente, ma per noi lo sono. Ci affidiamo a loro più che a chiunque altro. Speriamo in loro più che in chiunque altro. Sappiamo bene quanto rischiano, anche, forse più di chiunque altro. Dopo che Samuel Paty, professore di scuola media di quarantasette anni (Storia e Geografia, ma anche Educazione civica e morale), è stato decapitato (decapitato!) in Francia da un diciottenne russo-ceceno che ha subito postato su Twitter la foto della testa mozzata, “Da Abdullah, servitore di Dio, a Macron, leader degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell’inferno che aveva osato prendere in giro il Profeta”, ho pensato, osservando una commozione, un’indignazione e un turbamento contenuti, trattenuti: ma perché, invece, ci riesce così difficile ringraziare e sostenere gli insegnanti?
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE