"Orchard House", la casa di Concord in cui nel 1868 fu scritto Piccole donne (foto Wikipedia)

Il Figlio

Undici dollari

Gaia Manzini

La grande libertà di Louisa May Alcott, che trovava l’ispirazione negli assegni

Carissima Nan, che bello avere tue notizie e sapere che state tutti bene. Quanto a me, sgobbo come al solito, cercando di mettere da parte abbastanza denaro per comprare alla Mamma un bello scialle caldo. Ho 11 dollari, tutti i miei risparmi – 5 per una storia che ho venduto, e 4 per la montagna di lavori di cucito che ho fatto per la signore della chiesa del reverendo Gray.” Sembra di sentire Jo, direttamente da Piccole donne. E invece è Louisa May Alcott, che scrive alla sorella più grande.

 

   

 

Finalmente la sentiamo parlare, grazie alle lettere inedite che L’Orma ha pubblicato con la curatela di Elena Vozzi. Ha 22 anni, Louisa, ma già da una decina lavora per contribuire al sostegno economico della sua famiglia. Cuce, insegna, fa l’attrice: cerca l’emancipazione. E Abba, sua madre, ne è orgogliosa. A 19 anni aveva trovato lavoro come domestica, ma aveva subito le molestie del padrone: il suo slancio femminista si era rafforzato. La casa in cui Louisa viveva tra i boschi del Massachusetts era stata trasformata dal padre in una comune vegetariana, detta “Fruitlands”. Erano utopisti, trascendentalisti, non credevano nella proprietà privata e indossavano solo abiti di lino. Mamma Abba però, a differenza del marito, sapeva che si può essere idealisti solo a patto di trovare soluzioni pratiche. Insegnava alle figlie che non si deve rimanere in un angolo a sospirare. Che bisogna lottare (e all’occorrenza mangiare carne, che lei si procurava di nascosto dal marito). “Sono in grado di guadagnarmi da vivere!” scrive Louisa al padre negli anni più duri per la famiglia.

 

Ormai lo sa: non è abile nei lavori manuali; vorrà dire che userà la sua testa “come un ariete da guerra”, e con la sua testa, il suo ingegno, si farà strada. Ha voglia di scrivere, ma anche di partecipare ai grandi eventi politici. Nel 1862 parte come infermiera. Cura i soldati che combattono per la Guerra di Secessione. Ha preso il tifo, guardato la morte in faccia, e rafforzato il suo coraggio. E poi vuole dedicarsi alla causa degli schiavi. Da bambina era stata salvata da un ragazzo di colore mentre rischiava di affogare in uno stagno: non se l’è mai dimenticato. Nel 1863 scrive a Thomas Wentworth Higginson, politico riformista e autore influente, amico di Emily Dickinson, colonello dell’esercito unionista a capo del primo reggimento composto di soldati neri della South Carolina. “Sono fermamente intenzionata a svolgere qualunque mansione per lei, perché in quest’epoca marziale il sangue del vecchio colonnello May ruggisce nelle vene della nipote, la quale non vede l’ora di essere affaccendata in occupazioni più nobili di quelle che le offre il focolare domestico.”

 

Di notte lavora alla rete clandestina Underground Railroad, per l’espatrio degli schiavi di colore. “Io non vivo per me stessa, ma vivrò per gli altri”. Louisa May che si proietta nel mondo, che si adopera per il diritto al voto e un salario più alto per le donne. Louisa May che guarda agli aspetti pratici sia nella vita sia nella scrittura. Che tratta direttamente con gli editori dei diritti dei suoi libri. “P.S. Sia così gentile da inviarmi l’assegno sabato prossimo”, scrive all’editore al quale ha consegnato un racconto che sarà pubblicato per l’ Atlantic Monthly Magazine. A Mary Higginson (moglie di Thomas) dice che per Piccole donne ha usato solo materiale autobiografico; se fosse per lei non si dedicherebbe ad altro che a questo genere di letteratura, anche se non vende, perché vendono molto di più i romanzi gotici che firma sotto pseudonimo.

 

Dopo tre mesi senza notizie dal suo editore, va a trovarlo. Thomas Niles l’accoglie a braccia aperte: quello che accade è senza precedenti. Il libro si vende in tutto il paese in decine di migliaia di copie. “E’ il più grande trionfo del secolo!”. E non solo del secolo. Eppure Alcott, non cede alle lusinghe: “Penso che 10 o 15 anni di gavetta nell’ombra siano un ottimo esercizio per temprare l’ambizione… L’ispirazione dovuta alla necessità di guadagnare è tutto ciò che ho, ed è un aiutante più fidato di qualsiasi altro”.

 

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