il figlio

Quando l'amore fa crush: alle prese con la prima cotta di mia figlia

Gaia Manzini

A mia figlia piace un ragazzo, io precipito nel mesozoico e non mi piglia benissimo

Una sera la invitano in pizzeria e io dico ok va bene. Ma la sera? D’accordo, la pizza è alle sette e mezza e sotto casa. Il padre l’accompagna e la va a riprendere. Il compleanno è di Tizio (per comodità lo chiamerò così), e in pizzeria saranno presenti i suoi genitori. Non voglio insistere sul fatto che a undici anni mi sembra presto. Non lo posso neanche fare perché sono sempre uscita la sera, sono rientrata all’alba una marea di volte, ho accettato passaggi da sconosciuti, la notte mi sono sentita libera e felice, ho ballato fino a consumare le scarpe, ho quasi fatto venire l’infarto a mia madre.

Ma in questo momento preferirei non ricordarmene. E poi comunque non avevo undici anni. Chi è Tizio? Le chiedo il giorno dopo a colazione. Come chi è? Un mio compagno, no? Ok, d’accordo, ma che fa? (Nel senso siete amici? Giocate insieme? Vi scambiate foto su Whatsapp?). E’ la mia crush, dice, e chiude il discorso.

Che diavolo è una crush? Lo dice così, al femminile, e io non capisco niente. O forse non voglio capire. Scrivo a un’amica. Crush lo usano tutti, mi dice. Ma tutti chi? Tutti, nel mondo anglosassone, non solo i giovani. In un attimo mi sento decrepita. Crush è quello o quella che ti piace, è la tua “cotta” (è proprio mia figlia a tradurre per la donna del mesozoico che è sua madre. E dice “cotta” usando quella cantilena che ti fa sentire in una grotta alle prese con pitture rupestri e simili). Vado sul sito di Treccani: crush mi ha invitato a uscire; ho un crush per il mio allenatore; il mio crush; la mia crush; ecc… vengono riportati vari esempi. Me li rigiro nella testa. Ma io come dicevo? Quel ragazzo mi piace? Mi piglia bene? E’ fico? Non capisco perché proprio crush: letteralmente schiacciare, frantumare, ridurre in pezzi. Innamorarsi, prendersi una cotta non era una delle sensazioni più belle che si potessero provare?

Ho visto al cinema West Side Story nella rivisitazione di Steven Spielberg: quando Tony vede Maria per la prima volta alla festa da ballo della scuola non c’è nessun tipo di incidente. E’ innamoramento a prima vista, che sembra ti faccia volare, che ti mandi in orbita; ti rende più leggero perché tutto il resto scompare. Maria è il suono più bello che Tony abbia mai sentito, è come musica. E così nelle Illusioni perdute (Balzac nella versione cinematografica di Xavier Giannoli): a Lucien piace Coralie, l’innamoramento li carica, li rende energici e pieni di speranza. Perché crush? Il cuore va in pezzi quando ci si lascia, le emozioni si frantumano quando ci si accorge che sono state tradite, quando ci si sente schiacciati dal destino avverso.

Il solo fatto che abbia cercato il termine online, che continui a farmi domande mi fa sentire fuori dal mondo. Mi fa sentire fuori dal mondo il fatto che l’amore capiti come un incidente, una cosa che era meglio evitare; che sicuramente ti farà soffrire e lascerà i segni; che mina l’unità della tua persona. Chi s’infatua, chi prova dei sentimenti è debole, nel senso che rischia, rischia lo schianto, la sottomissione, il non riprendersi. Come sta Tizio? Le chiedo e lei alza gli occhi al cielo. Fissa il telefonino anche quando le asciugo i capelli e penso che forse Tizio le ha scritto, ma guardandomi allo specchio mi accorgo che il problema non è linguistico. Il problema è che mia figlia si accorta dell’altra metà dell’universo. Non ci siamo più solo noi, l’intesa di cui andiamo fiere, il nostro lessico famigliare, i nostri rituali, le risate, i difetti per cui ci prendiamo in giro. C’è anche il mondo, e il mondo quando ti innamori diventa interessantissimo. Diventa una calamita (questo me lo ricordo bene).

Tizio mi ha scritto, dice. Ma chi la tua crush?, chiedo. Smettila. Ok, d’accordo. Mi ha invitato a casa sabato pomeriggio. Mio marito mi guarda, sorride ironico. Non dico niente; dentro di me balbetto una cosa senza senso. Non mi sono ancora espressa, non ho ancora dato il mio consenso e forse non lo darò. Mentre tutti fuori fanno crush a prima vista, io farò crush sul letto. E nessuno potrà rivolgermi la parola per giorni.
 

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