Come sono i nuovi compagni di classe? Le domande da non fare mai
Denti d’oro, sigarette, Ibiza, genitori all’estero, bullismo. Notizie false e tatuaggi veri
Il compagno nuovo non era del tutto nuovo, ma è arrivato con una settimana di ritardo in classe, aveva dieci centimetri in più di gambe, varie catene al collo e due denti d’oro, “quindi sembrava nuovo”, ha detto mia figlia. Perché si è presentato così tardi, sette giorni dopo e pure in seconda ora? Perché era a Ibiza con la madre, “lui aveva zero sbatti di andarci ma lei ha insistito troppo e poi gli ha anche pagato il tatuaggio della Madonna sul petto”.
Mi sono scusata: non è questo il momento di fare domande idiote ma di ascoltare, settacciando le pepite d’oro nelle frasi, i commenti di un tredicenne e di una sedicenne sui nuovi compagni di classe: possibili idoli, futuri nemici, innamorati, bulli, bullizzati, secchioni, capri espiatori, e cercare di immaginare che cosa succederà, se sarà un anno grandioso o un gelido inverno: se faranno amicizia o chiuderanno il mondo fuori. Se il mondo fuori li respingerà o li accoglierà. Soprattutto vorrei capire quale di questi nuovi esseri oltrepasserà un giorno la soglia di casa, e andrà oltre la porta dove mia figlia ha scritto: Fate l’amore non il liceo classico, o aprirà invece quella dove mio figlio ha dipinto un enorme: BOH con i teschi e le mosche che volano intorno ai teschi.
È questo il momento di raccogliere informazioni, perché è solo l’inizio è sono ancora distratti: tra poco scenderà la saracinesca dell’omertà. Ma non posso fare troppe domande, è come al Monopoli, se esagero torno al via, vado in prigione, salto due turni.
Al massimo arrivo a chiedere, fingendo di essere rapita da un budino proteico: dove abita Jessica? Jessica abita da sola, non lo so dove ma prende la metro. Ma in che senso da sola?, diciamo in coro io e il mio budino proteico. Come in che senso da sola, mamma? Da sola, i suoi genitori sono all’estero, con sua nonna giustamente non vuole starci, sua sorella è in Messico. Ah ok, all’estero dove? All’estero, mamma.
Sto rischiando di andare in prigione, sto rischiando di non avanzare mai più. Ma devo sapere. Ma perché quindi non inviti Jessica un giorno a pranzo, dopo la scuola? Mamma sei completamente impazzita?, e se ne va suonando l’ukulele, sempre gli stessi accordi da una settimana: forse glielo spacco in due.
Resto sola in cucina con un budino proteico che non ricomprerò mai più perché fa schifo e anche perché mi guarda con compatimento, e con l’enorme desiderio di conoscere Jessica, prepararle la cena, sapere tutto di lei. Non demordo e vengo a sapere, ma solo perché incollo l’orecchio alla porta chiusa, che l’altra compagna nuova è stata espulsa dalla vecchia scuola “per lesioni gravi”. Un equivoco, sembra: stavano girando un video contro il bullismo, lei doveva impersonare la bulla e poiché si è immedesimata nella parte ha davvero picchiato un suo compagno e l’hanno cacciata. Da dietro la porta sento mia figlia ridere al telefono e mi rimane il dubbio che mi stia prendendo in giro spargendo informazioni false: non saprò mai la verità, non saprò mai se avrà degli amici. Provo allora sfacciatamente con il figlio più piccolo, confido nella sua ingenuità: come sono i nuovi compagni? Non lo sa, ma è molto contento della pausa sigaretta a ogni cambio dell’ora. Ma come la pausa sigaretta, al primo anno? Si mamma, si fa per socializzare, a proposito: sono arrivati i libri? Ho perso, vado in prigione, ci resto, non gioco più, non compro più libri, portatemi un vero budino.