IL FIGLIO

Far fiorire il tempo, quindi il mondo. I giovani scrittori che rinascono ogni giorno

Gaia Manzini

Si nasce ogni volta che troviamo un altro pezzo di noi, ogni volta che ci scopriamo diversi. Non si finisce mai di nascere. La raccolta "Data di nascita", il primo titolo dei Pavoni, collana diretta da Teresa Ciabatti per Solferino

Due sorelle che vivono insieme, che non hanno intenzione di fidanzarsi, che hanno più di trent’anni e oltretutto accolgono un gatto in casa, hanno il destino segnato per sempre. Non hanno speranza. “Volete davvero far finire questa famiglia con voi?” chiede la madre.

  
Elisa Casseri, nel racconto La dote, inserito nella raccolta Data di nascita – primo titolo dei Pavoni, collana diretta da Teresa Ciabatti per Solferino – scrive con affilata ironia di due sorelle che, forse, agli occhi delle generazioni precedenti non hanno speranza, ma tuttavia hanno la forza sovversiva di uscire dal tempo. Il tempo lineare proiettato verso il futuro non esiste più: viene piegato su sé stesso insieme alle tovaglie, alle lenzuola, ai canovacci di due interi corredi nascosti in un baule. “Olga è nata ventitré mesi prima di me, ma non ha mai voluto essere una sorella maggiore, quindi abbiamo invertito il senso del tempo e fatto un po’ come ci pareva”. 

     
Il tempo è materiale malleabile, diventa circolare e si fa spirale che affonda nella carne di un’intera generazione di scrittori che non vuole doti o eredità. 
Una generazione che si auto genera e ripete sé stessa circolarmente, per ingannare il tempo e sconfiggere la morte.  

    
Data di nascita vuole significare questo, scrive Teresa Ciabatti nella prefazione: il fatto che si nasce tutti i giorni, ogni volta che troviamo un altro pezzo di noi, ogni volta che ci scopriamo diversi. Non si finisce mai di nascere. E’ una nascita in cui i genitori non c’entrano niente: sono ai margini, non più figure di riferimento.

   
Basta smettere di respirare per rinascere, racconta Jonathan Bazzi nel suo Anidride carbonica. Smettere di respirare per finire in un mondo altro che assomiglia alle illustrazioni dei fumetti. 

  
Il bambino di questo racconto non conosce l’amore, l’unica forma di amore che gli viene concessa è in realtà un abuso. E allora lui trattiene il respiro e finisce in fondo al mare con la coda gigante e iridescente, preziosa come quella di Barbie. “Quando sono triste o arrabbiato io so diventare sirena, fata, donna serpente, altre cose ancora.” La rinascita è metamorfosi e la metamorfosi salva la vita, come ci ha insegnato Ovidio.

   
Se il tempo gira su sé stesso, non concepisce proiezioni verso il futuro e non intende procreare; essere giovani vuol dire essere tutto in una sola volta: padri, madri, figli di sé stessi. La famiglia non esiste più, nel senso che vive dentro una liofilizzazione estrema che la rende evanescente. Mattia Insolia scrive un racconto potente (Un piccolo incendio) in cui due fratelli scoprono l’impostura dei genitori: la verità umana dietro la patina di rispettabilità. E allora scelgono la cesura, lo strappo, che è rinascita morale fuori da tutto quello che li ha preceduti. 

   
Ginevra Lamberti in Stai scrivendo? rende le dimensioni temporali simultanee: accudendo un merlo accudisce sé stessa, la bambina del passato, la bambina del futuro, e quando il merlo muore tutto si fa deserto, compresa la possibilità di avere figli. 

    
Fumettibrutti racconta le ragazze in un night club (Città di angeli) che sembrano regredite all’infanzia, che giocano con i vestiti come se fossero all’asilo, e tutto si confonde perfino il candore con la sensualità.

  
Giulia Caminito, i Fratelli D’Innocenzo, Ilaria Caffio, Pietro Castellitto, Tommaso Giagni sono le altre firme di questa raccolta che ci costringe a riflettere su una generazione e la sua necessità di far fiorire un tempo, dunque un mondo, completamente diverso da quello che gli è stato consegnato. Esiste solo il qui e ora, che ruotando su sé stesso si fa bozzolo intorno al suo protagonista, e il bozzolo è sempre una rinascita. Sempre una salvezza.

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