Il figlio
Nella poesia sopravvive l'infanzia. Un'antologia per bambini vecchi e nuovi
Leggendo i brani degli autori, ogni generazione torna a credere in un tempo che non è più ma di nuovo presente grazie a una diversa oscillazione del pendolo del tempo
Nella poesia sopravvive integra l’infanzia, la nostra di chi ha l’età per ricordare quelle mandate a memoria e balbettate in classe – tra suggerimenti zittiti, rime afferrate all’ultimo –, così come si rigenera la freschezza delle parole stesse: leggendole, ogni generazione torna a credere in un tempo che non è più ma di nuovo presente grazie a una diversa oscillazione del pendolo. Dentro le poesie, parole quotidiane compiono miracoli in miniatura, così descritti dal poeta greco Pandelìs Bukalas:
"Le parole – bambine piccole, a volte si ribellano,
sanno dire le lacrime, il riso sanno scrivere.
Agnelle si sacrificano, belve nella passione,
ansiose di dipingere l’intero mondo azzurro".
E c’è un’infanzia della poesia che i bambini sanno cogliere meglio degli esperti, come scrive Nicola Crocetti citando il maestro elementare Giorgio Caproni (scuola Francesco Crispi, Monteverde, Roma), nella postfazione all’antologia di Poesie per bambini vecchi e nuovi curata insieme a Vivian Lamarque e intitolata, per trasmettere un brivido antico, Bei cipressetti, cipressetti miei (Crocetti Editore).
Una parola sola unisce come fosse un centro di gravitazione Il sabato del villaggio di Leopardi, Davanti San Guido di Carducci, altri classici e decine di contemporanei, filastrocche, gli scioglilingua di Toti Scialoja o i componimenti militanti di Mario Lodi: semplicità. O naturalezza, dote che avvertono, più che capire, non soltanto genitori o nonni (quei custodi grandi di rime), ma soprattutto i lettori più giovani.
L’aggancio è facile. Da dire a mente quando si ha il mal di gola di Dome Bulfaro inizia così:
“Faringite, tracheite e infiammazioni che bruciate,
felice di avervi viste ma è tempo ve ne andiate”.
Di fronte alle prime difficoltà con i numeri, corre in aiuto Giovanni Raboni. Dal quaderno di aritmetica del gatto Pastrocchio:
"Un gatto più un gatto fa due gatti
un gatto meno un gatto fa un gatto andato via".
Crescendo anni e passioni, ecco il commovente Goal di Umberto Saba:
"Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce, con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi".
Genitori, s’impara sempre. Da I bambini si rompono facilmente di Silvia Vecchini:
"I bambini si rompono facilmente
si rialzano ma solo per non darti pensiero
sembra che vada tutto bene
ma non è vero i bambini
si rompono se non alzi la testa se non ridi".
In primavera io aspetto la pioggerellina di marzo, che picchia argentina sui tegoli vecchi. Allora non sapevo chi fosse Angiolo Silvio Novaro: credevo fosse prerogativa del cielo. Attesi anni per verificare di persona la geometria arborea di Davanti San Guido.
"I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
van da San Guido in duplice filar".
Incipit che non cattura mia figlia quattordicenne. Questa invece sì, perché è chiara dice a proposito de Il mistero di Mario Lodi:
"Il muratore, pietra su pietra,
ha costruito intere città,
ma la sua casa ancora non ha".
Una fettina di una grande anguria: così Vivian Lamarque descrive la raccolta. Una fettina di gusto nostrano (l’unico straniero è Bukalas, sopra citato) e selezionata dal capriccio buono di chi sa che a contare non sono presenti o esclusi, quanto la consumata, amorevole cura della scelta.