Muri di pietra e catene non creano una prigione per Houdini. Il grande escapista in uno scatto del 1898 (Library of Congress/Getty Images) 

Lo scandaloso talento di sparire sul più bello. Tranquilla, ma'

Annalena Benini

  Ogni sera un piano per bloccarlo prima che si alzi da tavola, ma mio figlio è Houdini

Amore domattina parto, dammi un bacio. Il quattordicenne schiocca un bacio all’aria e scappa via. No, voglio un bacio vero, comincio a lamentarmi io. Mamma ho sonno, mi fai fatica, e in un secondo è già sparito dentro un passaggio segreto che lo porta direttamente in camera sua. Mio figlio ha una scandalosa capacità di sparizione, che gli viene riconosciuta con un molto fastidio da tutta la famiglia. Mia figlia ne fa una questione di genere, perché spesso quando siamo tutti seduti a tavola, la sera, nella zona d’ambiguità tra la fine della cena e il momento dello sparecchiare, in un attimo preciso e misterioso che coincide con il pieno di una conversazione, non ci accorgiamo che Giulio non c’è più. 


Nessuno se ne è reso conto, ma lui si è alzato, è uscito dalla cucina strisciano o volando, forse ci ha narcotizzati per un istante, o ipnotizzati, o trasformati in statue di sale: non lo sapremo mai, fatto sta che noi crediamo di continuare a parlare normalmente, poi diciamo beh, è ora di sparecchiare, ci giriamo verso Giulio e il suo piatto è sporco, il tovagliolo appallottolato, il pane sbriciolato e il posto è vuoto. Eravamo in quattro attorno a un tavolo da quattro, com’è potuto succedere che adesso siamo in tre con la tavola sfatta, considerato che ogni sera prima di cena ci accordiamo fra di noi per fare attenzione ai movimenti di Giulio e bloccarlo prima che si alzi dalla sedia? 


Ogni sera ci diciamo: stavolta non riuscirà a farla franca. Facciamo degli schemi, costruiamo delle trappole, oppure degli ostacoli rumorosi su cui mio figlio sicuramente inciamperebbe se decidesse di alzarsi da tavola. Ci sentiamo molto furbi, strategici. Simuliamo indifferenza. Ci batte forte il cuore mentre ci versiamo da bere a vicenda. Cuciniamo i suoi piatti preferiti sperando che dimentichi i suoi piani di fuga. Ma quasi ogni sera lui sparisce. Chi sei figlio mio, Arsenio Lupin? 

 
Ma mia figlia sostiene che questi fatti incresciosi accadono solo perché lui è un maschio e quindi io chiudo un occhio, dice che se lo facesse lei me ne accorgerei subito, anzi le leggerei nel pensiero e intercetterei le intenzioni che lei ancora non ha. La bloccherei, le direi: non ci provare sai, povera figlia del patriarcato. E invece dal ragazzino accetto questa colossale presa in giro, questo raggiro che non è altro che la prova di una disparità di trattamento. Le giuro che non è così, sgrano gli occhi, mi dispero, richiamo mio figlio e lo costringo a tornare a tavola, gli ordino platealmente di sparecchiare, faccio la voce grossa e lui arriva con una camminata indolente da cow boy: la verità è che non riesco a nascondere la mia ammirazione per questo talento da illusionista, per questa pigrizia creativa, per questa faccia tosta, e vorrei saper sparire anch’io. Ma soprattutto, come ti permetti Lupin di non darmi un bacio sulla guancia? Gli ho detto: guarda, torno in tempo per mangiare la pizza e guardare quel film di zombie. E lui ha risposto: mannò, tranquilla. Tranquilla? Ma io ti distruggo la stanza. Ti sembro tranquilla? Ridammi tutti i regali di Natale. Ti faccio vedere che cosa vuol dire tranquilla. Lui ridacchia, con la voce da cerbiatto con la bronchite: mamma, sto a scherzà. Io mi placo, mia figlia mi guarda male e ha ragione, com’è umiliante tutto questo, ma non resisto e glielo dico: giurami che stavi scherzando. Lo chiedo al vuoto, perché mio figlio è già sparito, Houdini non è più con noi, e alla fine sparecchio io.

Di più su questi argomenti:
  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.