I racconti d'esordio di Andrew Sean Greer, nel tempo che precede l'essere
Da un lato l’infanzia della vita descritta e raccontata da Greer e dall’altro la sua stessa infanzia di scrittore che prende coscienza del proprio stile e dei propri temi. "Come è stato per me" uscì ventiquattro anni fa, ora è splendidamente tradotto in italiano da Elena Dal Pra
Esiste un’infanzia dello scrittore che precede l’essere e il credere di poter essere scrittori. Un tempo in cui lo scrivere non si misura ancora con la speranza e la pressione di una possibile e repentina pubblicazione. Una parentesi dentro alla quale si riflette un’inclinazione naturale, ma non ancora del tutto esplorata dal potenziale futuro autore o autrice. E in questo campo lavorano i racconti che compongono la raccolta d’esordio del premio Pulitzer Andrew Sean Greer, Come è stato per me (La nave di Teseo) pubblicato originariamente ventiquattro anni fa e ora splendidamente tradotto da Elena Dal Pra. E come spesso accade per gli scrittori americani fortemente condizionati dall’opera di Ernest Hemingway - come capitava spesso per gli autori della generazione di Greer -, l’infanzia è il teatro ideale dentro al quale far vivere la propria prima scrittura. Un tempo più precisamente che si staglia tra l’infanzia e quell’impasto favoloso e precario che precede l’adolescenza. Un intreccio foriero di grandi passioni e di verità rivelate, di giochi assurdi e incoscienti, ma anche e soprattutto di amicizie che si frantumeranno per sempre o in alternativa resteranno solide per tutta la vita. Un racconto segnato da stilemi mitici e tipicamente wasp. Oltre a Ernest Hemingway non si possono dimenticare, quali veri riferimenti, William Styron, William Saroyan e chiaramente Stephen King, in particolare con il racconto Stand by me, contenuto in Italia nella raccolta Stagioni diverse (Sperling&Kupfer).
Andrew Sean Greer si distaccherà da questo gruppo dando corpo a una poetica originale autonoma e in parte in chiara opposizione a una visione potentemente epica di stampo hemingwayano. Ma con il racconto che dà il titolo alla raccolta esplora una forma del tutto simile, abitando quel terreno poco battuto in cui l’identità dello scrittore che non è ancora tale entra in lotta con gli scrittori laureati e i loro inevitabili fantasmi. Con delle insegnanti malvagie simili a streghe e un vecchio capanno dentro al quale rifugiarsi, il racconto Come è stato per me ha il sapore della provincia rurale americana e pur con alcuni limiti si intuiscono quei movimenti ironici che porteranno Andrew Sean Greer a cogliere l’elemento comico della vita: chiave di accesso formidabile della propria espressione letteraria.
Questi racconti, alcuni straordinari come l’ironico e al tempo stesso tragico I re cannibali appaiono non solo come racconti di formazione, ma anche come laboratori formativi dell’autore stesso che condivide con i suoi personaggi la medesima infanzia. Da un lato l’infanzia della vita descritta e raccontata da Greer e dall’altro la sua stessa infanzia di scrittore che prende coscienza del proprio stile e dei propri temi. Un viaggio verso l’età adulta e verso le sue inevitabili tristi verità che assumo la forma di limiti invalicabili, ma anche di incredibili scoperte che possono portare verso strade nuove tutte da percorrere rivelando così sé stesso agli altri. E sembra avere il segno della premonizione tutta letteraria l’incipit del racconto che apre la raccolta, Vieni a vivere con me e sii il mio amore: “Gli uomini raccontano alle donne dettagli letti nelle guide turistiche, fingendo che sia farina del loro sacco. Il vento scompiglia i capelli biondi di un ragazzo che ruba uno scatto alla sua sposa. Fotografare qui è vietato. Lei stira le labbra rosa in un sorriso e si sistema il cappello bianco sopra un orecchio. Mi accorgo di quanto la diverta – non la fotografia, ma quella posa che infrange le regole. Tra molti anni, guarderanno la foto e ricorderanno, più di ogni altra cosa, il ronzio segreto della macchina fotografica”.
Lo scrivere come finzione e dello scrivere come osservazione: due movimenti mai del tutto leciti.