il figlio
Genitori giudicano il mondo bevendo champagne. Lei che fa?
A tredici anni, Benny assiste a una cena della Vigilia child-free, tra ospiti privilegiati, apparenze impeccabili, pretese di ecologia e di buon gusto. E sfida il conformismo leggendo un libro
La ragazza che li aiuta in casa è ferma sulla soglia. A lei hanno insegnato che “domestica” o “cameriera” sono parole che rischiano di offenderla, quindi si è abituata a usare una perifrasi per non ferire la sensibilità di Lili. La-ragazza-che-li-aiuta-in-casa. Lili accoglie gli ospiti, porta i cappotti cruelty free e le pellicce ecologiche nell’altra stanza, raduna le scarpe e le posiziona sulla scarpiera, in ordine di arrivo. Fuori ha iniziato a nevicare, dentro c’è il camino acceso.
Lei è seduta sul tappeto arabo, a terra. Guarda fuori dalla finestra. Ha interrotto per un attimo la lettura, tenendo il segno con un dito infilato tra le pagine. I suoi genitori hanno invitato a cena una decina di amici. E’ la vigilia di Natale e negli inviti era specificato che si trattava di una serata child free. Benché lei non sia più una bambina nel senso stretto del termine – ha tredici anni – sua madre ha tentato comunque di trovarle una sistemazione alternativa. Si è mossa troppo tardi, però: nessuna baby sitter, nessuna amica che la ospitasse per le vacanze, nessun posto libero nei college all’estero. La neve cade silenziosa. Non aveva mai visto la neve a Natale, in città. Stringe il libro tra le mani. Gli ospiti chiedono a sua madre dove sedersi. “Tesoro, dove vuoi, dove vuoi.” risponde, disegnando un largo semicerchio con il braccio. “Non ci sono posti assegnati, mettetevi dove volete”, dice, sperando che tutti i suoi sforzi per apparire impeccabile lascino il segno. “Cominciate pure a bere.”
Sotto le dieci bottiglie di Château Margaux del 2019 si intuisce un motivo mandala stampato sulla tovaglia. “L’abbiamo comprata perché era fatta a mano, non è stupenda?” dice Gabri, sua madre. “Sì, sì”, annuiscono contemporaneamente le prozie del marito, gemelle, due giri di perle attorno al collo, i capelli candidi con una ciocca blu che parte dalla fronte. Sono identiche, fin da bambine, nessuna delle due ha mai desiderato distinguersi dall’altra. Pigrizia, forse. O paura, pensaLili, osservandole. Se lei fosse così ricca, non avrebbe paura di niente, si dice. “Un’occasione, pagata pochissimo.” “E’ la vita a costare pochissimo, lì!” interviene la moglie del socio del marito.
Gabri ringrazia il meteo perché la neve in città è evento raro: i suoi ospiti ricorderanno per sempre la sua cena. Per fortuna non hanno lasciato impronte umide in casa. “Niente termosifoni, niente aria condizionata!” dice suo padre. “Non vogliamo contribuire alla rovina del pianeta!” “E’ giusto, è giusto!” risponde l’amministratore delegato della multinazionale per cui lavora sua madre. “Certo che è giusto, dovremmo farlo anche noi.” Rincara la moglie. Lo stagista e la fidanzata non parlano, hanno un bicchiere di champagne in mano, si guardano intorno, poi abbassano gli occhi sui piedi scalzi. Non sapevano che avrebbero dovuto togliersi le scarpe. La fidanzata ha freddo e si vergogna dell’alluce valgo. Beve molto per tenersi al caldo e la moglie del socio la osserva. Si chiede se quella povera ragazza sia alcolizzata. Sono tutti a tavola, ormai. “Benny, vieni a sederti, stiamo per iniziare.”
Lei sta leggendo. “Benny, staccati da quelle pagine, santo Dio.” Il padre si rivolge all’amministratore delegato. “Eppure l’educazione gliel’abbiamo insegnata!” “Ma che libro è?” chiede una delle prozie. Benedetta chiude il libro e mostra la copertina, senza parlare. “Salem’s Lot?”. “La ragazza è bilingue.” dice il padre, allungando il braccio verso un’altra bottiglia di Château Margaux del 2019. Il tappo salta, tutti applaudono. La madre alza il calice per il brindisi, sorride. “Se fosse normale,” dice, “giocherebbe con il cellulare, come tutti gli altri.”
Gaja Cenciarelli è scrittrice, traduttrice e insegnante, è in libreria con “A scuola non si muore” (Marsilio), giallo ambientato a scuola.