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Il figlio

Le nuove ipocondrie, la teoria della tegola e la paura di tutto

Annalena Benini

Le nuove generazioni hanno riassorbito paure che speravamo di non avergli trasmesso, amplificando ansie e timori di ogni tipo. La nostalgia del buon vecchio “non sudare ché muori” e un'apocalisse in salotto 

Essendo cresciuta al grido di “Non sudare, ché si muore”, pensavo che sarebbe bastato ignorare la questione con i miei figli, e non svenire ogni volta che arrivavano da me sanguinando per un ginocchio sbucciato o con un bernoccolo sulla fronte. Non urlare fra i singhiozzi: chi è stato, dimmi chi è stato (come faceva sempre la madre di un’amica di mia figlia, sottintendendo che doveva essere stata per forza mia figlia a ridurre la sua in fin di vita con quel gomito dolorante). 

Pensavo che sarebbe bastato sdrammatizzare i piccoli malanni per evitarne di grandi. Quindi ho sempre finto di non preoccuparmi per la febbre a 40, per la tonsillite, per la clavicola fratturata, per la testa sbattuta contro un cancello di ferro, per le notti passate a vomitare. Preferisco tormentarmi da sola, o tormentare qualcun altro con motivi pretestuosi, piuttosto che affibbiare loro i miei tormenti. Tranne quando da piccoli sparivano in spiaggia o al parco: in quei minuti, essendo appunto sparito, per fortuna non hanno mai visto la mia trasformazione anche fisica, perché appena li vedevo ricomparire ritornavo in me, inferocita ma quasi presentabile. Insomma, ho sempre cercato di non spaventarli troppo. 


Quindi adesso mi chiedo: perché mia figlia ha paura che il cane muoia dopo che ha mangiato per sbaglio un solo chicco d’uva? Dice che ha letto su internet che gli verrà un blocco renale. Per un chicco d’uva, rispondo io, considerate le carcasse di piccioni che cerca di divorare per strada? Ma lei scuote la testa, preoccupata, gli controlla la lingua, la pancia, gli sente il polso, cioè la zampa. Allora il cane, trionfante, si finge malato per ricevere altre attenzioni, e lei è costretta a fare la prova del biscotto: se salta per prenderlo, significa che non sta morendo. Il cane salta, ingoia il biscotto scodinzolando e poi si accascia di nuovo a terra, con sguardo languido. La giornata passa così, tra biscotti e monitoraggi, finché un chicco d’uva trovato sotto il tavolo ci mostra la stupida realtà: il cane l’ha sputato, schifato all’idea che il suo corpo venga contaminato dalla frutta. Ma superata la preoccupazione ormai vecchia, bisogna crearne subito una nuova: mia figlia teme di morire lei stessa perché ha mangiato uno yogurt scaduto ieri. Tra l’altro gli yogurt scaduti ieri sono buonissimi, più buoni di quelli che scadono dopodomani. Ma se io rido, se dico che potrei provare a offrire a Putin uno yogurt scaduto, lei si arrabbia e non si rassicura. Del resto qualunque cosa assurda o seria dica io, è sempre irricevibile, tranne: ti ho fatto una ricarica


Poiché non si può più cenare senza discutere di probabili apocalissi o di polmoni anneriti dal fumo passivo, o di avvelenamenti da additivi, e poiché ogni bagnoschiuma o dentifricio che compro viene scansionato con una app che lo condanna quasi sempre alla spazzatura perché troppo pericoloso nella sua composizione tossica, mi chiedo da dove arrivi tutta questa ansia, questa paura della morte, e vorrei sapere se è un’epidemia che non riguarda soltanto casa mia: forse è colpa del Covid, forse di TikTok, delle notizie false su Instagram, o forse invece mia che non le ho mai detto “non sudare che muori?”. Mia figlia non accetta nemmeno il modo in cui attraverso la strada a piedi, dice che sono troppo indisciplinata e disinvolta e che rischio la vita. Un giorno, esasperata, le ho detto: guarda che può anche caderti una tegola in testa. E lei ha risposto: credi che non lo sappia?   
 

  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.