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Il Figlio

Cosa succede quando il primo amore ci lascia? Anche il rafting in gita

Giacomo Giossi

"Manuale di sopravvivenza al primo amore" di Sarah Spinazzola è un romanzo dolce e disperato che racconta benissimo chi siamo e chi siamo stati, ma conferma anche anche che il nostro cuore, a ogni età, vive in balia più di noi stessi che degli altri

L’esame di maturità, la notte prima degli esami, resta un segno indelebile, un rito di passaggio obbligato, doloroso e liberatorio. Tuttavia non è paragonabile con quell’attraversamento che porta i bambini dalle scuole elementari alla pre-adolescenza fin dentro agli abissi della scuola media inferiore. Forse il momento più critico per la vita di ogni adolescente che passa così dalla dolcezza alla lotta, dalla relazione al conflitto, dalla gioia alla lunga stagione della depressione come pulsione quotidiana. O si vive o si muore, non c’è altra possibilità, nessuna scala di grigi viene ammessa. Basta una battuta sbagliata, una felpa fuori moda o un inciampo qualunque e si scivola dall’apice della scala sociale al più negletto sottoscala. 

 

Oliva Riva si appresta da trionfatrice a concludere il suo terzo anno di scuola media, fino a quando il suo fidanzato decide di lasciarla e soprattutto di lasciarla proprio l’ultimo giorno dell’ultimo anno delle medie. Tutto crolla e l’incubo peggiore si avvera. Ora l’unica possibilità per lei è provare a sopravvivere e imparare a farlo in fretta, perché l’amore fa schifo. Dopo Manuale di sopravvivenza senza genitori e Manuale di sopravvivenza alle scuole medie, Sarah Spinazzola torna con un terzo romanzo a raccontare le avventure (e soprattutto le disavventure) di Oliva Riva con "Manuale di sopravvivenza al primo amore" (Marcos Y Marcos). Spinazzola sa sentire e tradurre il cuore dei suoi giovani protagonisti che affollano i suoi romanzi con l’ironia sardonica tipica di quella età e con una leggerezza - seppur votata al tragico - che tracima energia e vitalità anche per i più disperati. Come è il caso di Oliva che apre il romanzo con una riunione d’urgenza tra lei e i suoi sentimenti, luogo del congresso ovviamente la sua camerata blindatissima ai genitori.

 

Che fare quando si viene lasciati? Prima di tutto darsi delle regole o almeno provarci. E così Oliva puntella la sua giornata di precetti quasi sempre facili a essere traditi, a partire dal primo, ovvero isolarsi da chiunque altro. Oliva si ritrova trascinata dal suo miglior amico, Cipolla, alla gita al fiume organizzata dalla professoressa Scarlatti. L’uscita scolastica come più correttamente è definita comporta anche una discesa in fiume su gommone. Il tanto temuto rafting di cui Cipolla che non sa nemmeno nuotare, è terrorizzato. Il rafting diviene così anche l’occasione per ritrovare vecchi e nuovi amici di Oliva. Si va sempre di accetta con le preferenze, perché a quell’età si è sempre o i più antipatici o i più simpatici, o i più belli o i più brutti e via così fino ad arrivare poi a se stessi sperando di essere banalmente solo i più invisibili. Spinazzola dosa efficacemente la sua scrittura dando forma a una narrazione spassosa e appetibile che riprende in parte gli elementi fondanti dell’amicizia adolescenziale (Il corpo di Stephen King aleggia sempre come un riferimento assoluto), ma con uno svolgimento che ne capovolge totalmente i termini.

 

Spinazzola non si dimentica della dolcezza morale di Roald Dahl e più che lavorare sulla tragedia del mondo che circonda i suoi piccoli protagonisti, agisce sulle paure interiori, certamente buffe e scomposte, ma non meno reali e sostanziali. Il risultato è una ricchezza di sfumature che offre ai lettori (anche più giovani) figure credibili e ben calibrate con qualche richiamo a Charles M. Schulz e ai suoi Peanuts sia per come gli adulti restano come figure ingombranti sullo sfondo, ma anche per la capacità di organizzare i personaggi in maniera strutturata e coordinata. Manuale di sopravvivenza al primo amore è un romanzo dolce e disperato che racconta benissimo chi siamo e chi siamo stati, ma conferma anche anche che il nostro cuore, a ogni età, vive in balia più di noi stessi che degli altri.