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Il Figlio

Forse rimpiangerò questi giorni, ma non l'albero di Natale 

Annalena Benini

Bella la finta vacanza, ma aspettare l’Epifania per smantellare tutto è un crimine. Dialogo con una lavastoviglie confidente   

So che rimpiangerò questi giorni di finta vacanza (non corrisponde alla mia idea di vacanza caricare e scaricare cinque lavastoviglie al giorno, ma non intendo certo lamentarmene: voglio però che nessuno stia in piedi di fianco a me a dirmi quanto e come devo pre lavare i piatti e le padelle che sto per mettere in lavastoviglie – fallo tu, se sei il  grande esperto del benessere della lavastoviglie). Li rimpiangerò perché sono convinta del grande valore di questi pranzi, cene e pomeriggi e sere tutti insieme e di questa forsennata condivisione di tutti gli spazi, e perfino dell’impossibilità di fare pensieri più complessi di che cosa mangiamo stasera e chi porta giù la spazzatura

So che mi renderò conto, a un certo punto, forse fra sette mesi, che è stato perfino riposante. Però adesso ho uno strisciante, crescente, violento odio per l’albero di Natale: vorrei abbatterlo. Ogni giorno, mentre cammino verso la lavastoviglie, mia unica amica e confidente, trovo per terra pezzi di palline di albero e di pupazzetti idioti masticati dai gatti, che di notte usano l’albero come una foresta e ci corrono dentro: di notte, insieme al rumore della lavastoviglie, sento il rumore delle palline che vengono lanciate a terra e rotolano verso qualche pendenza sconosciuta del pavimento. 

La mattina ci sono ciuffi di peli attorno alle palline, pezzi di decorazioni tra i baffi dei gatti, le luci nel frattempo sono tutte saltate, l’albero è storto e spelacchiato, e insomma perché non ti puoi autodistruggere con l’anno nuovo? Perché qualcuno ha deciso che devi restare fino all’Epifania? Scusa se sono brutale: ti guardo e mi sale la rabbia che provo nei confronti di quei babbi natale appesi alle finestre in aprile: tutti sporchi, tristi già il 24 dicembre. Ma resisto al desiderio di prendere un’ascia, perché tutti dicono che rimpiangerò anche l’albero divorato dai gatti. 

In che senso lo rimpiangerò? - chiedo alla lavastoviglie: ogni volta che finisce di lavare i piatti si apre da sola, quindi le attribuisco un’autorevolezza in grado di guidarmi nei meandri dell’esistenza. Lei non risponde, ma gorgoglia. Intendi forse che sono momenti importanti che non ritorneranno? Rumore di scarico, risposta affermativa. Poiché ho voglia di litigare, ma con gli esseri umani ho esaurito le scorte e i gatti mi graffiano e mi mordono, decido di contraddire la lavastoviglie e di mostrarle la verità delle cose. La verità delle cose è che l’albero l’ho fatto da sola, tra l’altro comprandone uno nuovo, più alto e meno spelacchiato, e quando ho finito di addobbarlo e l’ho rimirato, anche un po’ fiera, mio figlio è arrivato in salotto e ha detto: mamma mia quanto è brutto! E uno alla volta, tutti sono entrati in salotto e hanno detto: era meglio quello vecchio. Poi se ne sono andati, più o meno per sempre.

So che avrei dovuto prendere un’ascia in quel momento, ma io sono il genere di persona problematica che incassa per poi rinfacciare tutto anche sei anni dopo, quando nessuno si ricorda più niente e in ogni caso a nessuno importa più niente. Quindi ho curato e difeso quest’albero, ho comprato altre decorazioni, ho fatto la guardia, ho fatto tutto quello che potevo. Ma mentre lo proteggevo e lo ultra addobbavo, non mi accorgevo che cresceva dentro di me il disgusto. Contro il disgusto non si può fare niente, esula dalla volontà. E così adesso sogno di prendere quest’albero e di ficcarlo in lavastoviglie: pensaci tu, che sai sempre tutto
         

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.