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Il Figlio

Incontrarsi a Londra, trovare il sesso e ritrovare anche il passato 

Giacomo Giossi

Wild swimming è un romanzo in cui le pagine condensano riferimenti letterari e musicali vividamente, con una forza rara e contemporanea. Una storia letteraria che diviene un corpo biografico immaginario e sentimentale

Scambiarsi fotografie di sé e del posto in cui si vive, della propria casa, dei libri che si stanno leggendo e della libreria. Mostrare come ci si veste, informare e specificare i propri gusti, dare anche l’idea magari vaga del proprio senso dell’umorismo. 

Dare corpo prima che a se stessi a un’indagine su di sé. Avviene quando si entra in contatto tramite una dating app, le motivazioni, almeno quelle apparenti, possono essere le più varie: dalla solitudine alla voglia di sesso occasionale, dalla necessità di un incontro fugace al bisogno di ritrovare se stessi negli occhi di un altra persona. Ma l’esito è quasi sempre quello di piombare all’interno di una casa degli specchi, proprio come quella del luna park. Là dove si pensa di trovare una via d’uscita o là dove ci si immagina di trovare qualcuno che finalmente possa comprenderci e anche tenerci stretti tra le braccia come non avviare da lungo tempo, non si fa  che ritrovare inesorabilmente sempre se stessi. Ci si specchia nelle infinite (o almeno quasi) forme possibili di noi stessi. Deformati e illusi dall’ottica dei nostri stessi desideri.

Come in un romanzo classico, tra Jane Austen e Virginia Woolf, Giorgia Tolfo - al suo esordio con Wild swimming (Bompiani) - racconta una storia d’amore per raccontare di un tempo che contiene biografie e le relative mancanze, sempre così difficili da arginare, ma  anche da riconoscere. Utilizzando tutti gli strumenti che un’abile lettrice come Giorgia Tolfo sa dedurre da anni di letteratura assorbita compulsivamente e analiticamente, Wild swimming contiene e mostra storia letteraria che diviene un corpo biografico immaginario e sentimentale. Un luogo dentro al quale immergere un dolore che torna alla memoria dopo un incontro che ravviva il ricordo di un’infanzia troppo a lungo abbandonata negli anfratti della mente.

L’incontro avviene in una stazione: né la protagonista né J. appartengono a Londra, non ne sono originarie come ormai non sono più originarie di alcun luogo. Corpi sparsi e spesso alla deriva di un continente incapace di mantenere le promesse di felicità e che offre in cambio di una quanto costosa facilità di viaggio, un’obbligata distanza dal mondo. Una vita in perenne assenza in cui le abitudini non sono quelle maturate, ma quelle improvvisate e destinate a una protezione intima in un campo aperto. Trovare i propri corpi dopo tante parole per la prima volta uno di fronte all’altro offre lo spazio immediato di un abbraccio, di un amore da consumarsi subito in ricordo di un calore passato che un tempo fu abituale e che oggi è in parte rimosso dalla burocrazia di una contemporaneità che chiama felicità un documento di cittadinanza. Una certificazione priva di corpo che lascia stranieri in terra straniera, e anche il sesso nato da una pulsione e da una voglia che chiama profondamente un desiderio  di vita assume il tono di un sentimento audace e profondo.

J. diviene subito la parte più intima della protagonista del romanzo, permettendole così di affrontare quell’estraneità a se stessa con cui combatte ormai da anni. Prende così avvio una ricerca che mette in gioco la propria infanzia. La protagonista riapre la partita con se stessa e con quelle origini venete nascoste anche dall’accento celato, da una famiglia rimossa e da una madre a cui ancora deve chiedere pienamente conto. 

Wild swimming è un romanzo attraversato in cui le pagine condensano riferimenti letterari e musicali vividamente con una forza rara e assolutamente contemporanea. Il sesso diviene pura letteratura nel momento in cui rientra nella necessità di un corpo che chiede vita e memoria restituendo al desiderio le tracce di un’infanzia ritrovata. 
 

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